IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Pace e guerra, una storia tormentata di Domenico Losurdo

In questa intervista il filosofo ripercorre la storia filosofica e politica dell’idea di pace (e dei pericoli di guerra) dalla fine del XVII secolo fino ai giorni nostri.

D. Oggi abbiamo visto assegnare premi Nobel per la pace al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama e al dissidente cinese, Liu Xiaobo. A contraddistinguere l’amministrazione del primo è stato lo scatenamento della guerra contro la Libia, il sostegno garantito ad Israele durante le operazioni militari “Piombo fuso” e “Margine di protezione”, il supporto economico e militare al terrorismo di matrice islamica in Siria contro il governo di Assad, il sostegno ai tentativi di colpo di Stato militari in Venezuela e il supporto del golpe di Majdan in Ucraina, realizzato con un considerevole protagonismo di formazioni filonaziste come Svoboda e Pravy Sektor. Il secondo ha esplicitamente sostenuto ed esaltato il colonialismo occidentale ai danni della Cina. Possiamo dire che l’idea di “pace” abbia subito, negli ultimi lustri, una preoccupante involuzione? E quali sono state le ragioni storiche che l’hanno determinata?

R. Come ho spiegato in precedenza, a lungo l’idea di un mondo senza guerre, l’idea di «pace perpetua» è stata declinata con lo sguardo rivolto esclusivamente all’Occidente. Certo, questa tradizione è stata messa radicalmente in discussione dalla rivoluzione d’ottobre, Sennonché, dopo il trionfo conseguito dall’Occidente e dal suo paese-guida nella guerra fredda, a Washington, Bruxelles e in altri capitali non pochi si sono abbandonati all’illusione di poter tornare al buon tempo antico. E così, il ritorno alla grande delle guerre coloniali o neocoloniali è andato di pari passo con il conferimento del premio Nobel per la Pace ai protagonisti e agli ideologi delle guerre coloniali e neocoloniali. Oltre a Obama, sono stati insigniti Liu Xiaobo (che, rimpiangendo la «breve» durata del dominio coloniale in Cina, di fatto celebra le guerre dell’oppio) e l’Unione Europea (dimenticate o ridotte a bagattella sono le guerre in Vietnam, in Algeria, in Jugoslavia…).

D. Ad uno spirito pacifista oggi che cosa diresti? Come prevenire le guerre? E quali le dinamiche concrete da attivare, nel nostro presente, affinché l’ideale della pace perpetua non rimanga una vaga utopia?

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