IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

A che punto è la notte

Giovedì 23 marzo alla Fondazione Basso, a partire dalle ore 17, l’attesa presentazione del denso libro di Isidoro Davide Mortellaro “A che punto è la notte? La vita e i tempi del terzo millennio” (Molfetta, edizione la meridiana, 2002). Pubblichiamo alcuni cruciali e attualissimi stralci della parte centrale del volume. L’Occidente, l’Europa, Putin. Pagine da leggere tutte d’un fiato.

Con perseverante applicazione la guerra è stata costantemente impugnata a strumento principe per preservare e conservare l’intero. Ma anche – e soprattutto – a colonna portante di una riscrittura dall’alto delle regole di convivenza in un organismo complesso sottoposto a tensioni inaudite, paventate ai primi passi della neonata CSI come dissoluzione imminente. La frammistione continua tra guerra e separatismi – ora avversati, si pensi alla Cecenia; ora promossi, Abkazia e Ossezia o più recentemente Crimea o Donetsk e Lugansk – di fatto si è affermata come elemento cardine di quella costruzione della «democrazia sovrana» o «democrazia gestita», secondo la traduzione di Timothy Snyder, che costituisce l’elemento distintivo del putinismo: una riscrittura sistemica delle regole istituzionali che dall’alto ha irregimentato la dialettica sociale e ridisegnato convenienze e opportunità del sistema economico. L’anarchia di oligarchie, il più delle volte a formazione e struttura regionali, dedite al saccheggio delle risorse e del patrimonio pubblico è stata lentamente ma decisamente destrutturata, per riorientarla nella decisa affermazione di una cleptocrazia istituzionalizzata a vari livelli, contigua allo Stato. Il tutto per effetto di uno scontro formidabile sostenuto in forme molteplici tra gli oligarchi dell’epoca eltsiniana, variamente legati spesso a organizzazioni criminali, e la classe dei “siloviki”, uomini d’apparato, spesso provenienti dai servizi o in senso lato da settori della sicurezza statale. Tutti ricollocati nei gangli fondamentali dell’amministrazione pubblica, deputata istituzionalmente alla ristrutturazione di ampi settori produttivi: riorganizzazione generale, fortemente centralizzata, di finanza, industria estrattiva e pesante, media, produzione di armi ecc.

La riconquista di una certa stabilità istituzionale è divenuta perciò la chiave per una parziale ricucitura sociale che ha permesso – sia pure nella parossistica esaltazione di straordinarie diseguaglianze sociali – la diffusione e lo sviluppo di un consumismo vagamente orientato a modelli occidentali, fondativo di ampie fasce di ceto medio. Il balzo delle quotazioni del petrolio (da 35 dollari per barile fino a 150) proprio all’alba della prima presidenza Putin fu manna dal cielo. Nel frattempo si iniziava a rimodellare ampiamente dall’alto l’armatura istituzionale, costruendo la cosiddetta «verticale del potere»: revisione della legge elettorale con innalzamento della soglia di sbarramento, riorganizzazione a maglie larghe del sistema federale e dei vari governatorati, ora di nomina presidenziale, sottomissione al parere del presidente dell’intero percorso legislativo, rivisitazione del sistema politico, con la tappa fondamentale della fondazione del partito putiniano «Russia Unita». A vari livelli si iniziava a picconare decisamente il sistema di formazione delle oligarchie regionali, riportando sotto il controllo centrale gangli fondamentali della vita pubblica e della regolazione politico-economica.

Vuoi ricevere la nostra newsletter?

Privacy *

Newsletter

Privacy *

Ultimi articoli pubblicati