IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Biglobalizzazione, Ma è proprio così?

Tuttavia, prima di accogliere il verdetto che il mondo si stia de-occidentalizzando, occorre definire ermeneutica e contorno di tale supposto percorso, per comprenderne portata e plausibilità. L’occidentalizzazione – vale a dire lo sversamento planetario di occupazione, valorazioni e tecnologia europee prima, statunitensi poi – è stato un processo secolare di dilatazione pervasiva, che insieme alla più recente globalizzazione (intreccio di economie, culture e valori, imposto dalla grammatica di valori e interessi Usa) ha tuttavia generato una palingenesi fatta di mescolanze e dipendenze, di cui allo stato attuale appare arduo immaginare la reversibilità. L’interconnessione dei sistemi produttivi, tecnologici, di capitali e altro è quanto mai profonda. È ragionevole assumere un potenziamento bilanciato della sua governance, ma non la sua soppressione. Del resto, non vi sono segnali che il globo si stia deglobalizzando, per tornare a una frammentazione foriera di deterioramenti per tutti. Il palcoscenico internazionale è oggi più complesso di un tempo e il mondo non va come dovrebbe. Né l’Occidente (the West), né il Non-Occidente (the Rest) sono però in grado di alzare muri invalicabili senza danneggiare profondamente e pericolosamente se stessi. Cambieranno gli equilibri, dunque, ma non le dinamiche d’interazione. È verosimile che il futuro ci riservi tensioni, contenziosi e controversie, nuove e acerrime, ma nulla che si avvicini alla soglia di una cesura antiglobalizzazione.

Il mondo sarà un’arena a più voci, dove anche le nazioni povere e sottomesse potranno aspirare a una vita migliore, guardando semmai al Beijing Consensus, plastica evidenza della possibilità di uscire dal sottosviluppo, e non al Washington Consensus, la cosiddetta via capitalistica allo sviluppo, che in cambio di sottomissione politica ed economica non ha mantenuto le promesse. L’avvenire, in ultima analisi, resta frutto della sofferenza e delle aspirazioni di tutti noi, perché il cielo e la terra, come ricorda la saggezza taoista, sono indifferenti al destino dell’uomo.

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