IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Declino dell’informazione e declino democratico

Mentre si accresce enormemente il nuovo Potere delle Big Tech e attorno al corpo a corpo tra umano e non umano si gioca una partita storica, la politica sembra travolta dall’astuto determinismo tecnologico. Il rischio è l'ulteriore declino del tessuto democratico.

La Plenitudine digitale

Ma, nel frattempo, è svanita anche la cornice stessa della modernità, per entrare nel territorio ambiguo che il condirettore del Wesley Media Center, Jay David Bolter (2020), chiama “Plenitudine digitale”, ovvero – secondo la sua descrizione- “un universo di prodotti (dai social media ai videogiochi, dalla tv al cinema, e così via) e pratiche (la realizzazione di tutti questi prodotti insieme al loro remix, condivisione e critica) tanto vasto e vario che non può essere descritto come un insieme coerente: la plenitudine accoglie facilmente, anzi ingloba, le forze contraddittorie della cultura alta e popolare, dei vecchi e dei nuovi media, delle opinioni sociali conservatrici e radicali. I media digitali oggi forniscono un ambiente ideale per questa pienezza. Per la nostra cultura mediale flat in cui ci sono molti punti focali ma nessun singolo centro”.
In verità, l’ambiente digitale non è un mero salto tecnologico, bensì una antropologia culturale, forse il vero avvio della post-modernità.
Ecco, l’Italia – al di là della posizione bassissima in Europa sulla diffusione della banda larga e ultralarga- sembra davvero in affanno, In declino, appunto.

Assenza di strategia e PNRR

La Rai non ha una strategia pubblica e l’ex monopolio delle telecomunicazioni Telecom rischia ora una crisi definitiva. L’ipotesi in corso di “rete unica” è gestita come una svendita, piuttosto che come un’effettiva opportunità.
Eppure, il Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (PNRR) destina al digitale (termine che ricorre 143 volte nel testo) cospicue cifre, più di 40 miliardi di Euro. Ma il quadro non sembra modificarsi se non nella superficie.
Gli algoritmi dominano le strutture di calcolo, moltiplicandole all’infinito. Big Data, profilazione divengono le parole magiche. Chi controlla? In verità, siamo una colonia dei cosiddetti Over The Top (da Apple, a Google, a Facebook, ad Amazon, a Microsoft) e persino il Cloud della pubblica amministrazione sarà gestito dagli oligarchi della rete.
La politica è trasmigrata nelle recenti modalità di comunicazione. Spesso acriticamente. E si accresce enormemente il nuovo Potere, quello delle Big Tech, i gruppi più ricchi e finanziarizzati del reame: vere meta-nazioni, con bilanci superiori a molti paesi occidentali.
Una costante delle varie ere mediali e post-mediali è stata ed è la scarsa cognizione di causa della politica.
In simile assenza si è insinuata la logica prepotente della sorveglianza di massa, descritta chiaramente dalla ormai notissima docente della Harvard Business School, Soshana Zuboff. Riconoscimenti facciali, costruzione controllata dei “gemelli digitali” sono entrati nella quotidianità.
Siamo, così appare almeno, all’apice di un processo che – come in una miscela tossica – ha assommato ignoranza e sottovalutazione, con maldestri tentativi di “occupare” i new media secondo i calchi precedenti.

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