Oggi possiamo affermare con più convinzione di ieri che si è trattato, ancora una volta, di richieste evidentemente mal concepite e, soprattutto, mal indirizzate. «Il limite del 3% è, nel migliore dei casi, sciocco e, nel peggiore, perverso», ebbe a scrivere Barry Eichengreen – uno degli osservatori più autorevoli della politica monetaria europea – in un articolo apparso su Die Zeit del 20 novembre 2003. L’economista americano sapeva perfettamente che la Germania non poteva permettersi il Patto di stabilità nella sua posizione di allora, e che dunque nemmeno vi si sarebbe adeguata. Il che dimostra che col Trattato di Maastricht il progetto dell’integrazione attraverso il diritto, esteso alla costituzione monetaria, aveva ottenuto una vittoria di Pirro. Un decennio più tardi avrebbe trovato la sua Canne.
[estratto da una saggio in Merkur – Zeitschrift für europäisches Denken, 2012, pp. 1013 ss., tradotto in italiano da Elena Guella e consultabile a questa pagina.]