IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Don’t look up!

Le resistenze al processo di decarbonizzazione dell’economia stanno spingendo verso la pericolosa e illusoria scorciatoia dell’ingegneria climatica. La soluzione, secondo il politologo americano Iann Bremmer, va viceversa cercata nella ripartizione equa dei sacrifici tra paesi ricchi e paesi poveri.

La politica di traverso

Le soluzioni a questi problemi sono profondamente sovversive – politicamente, economicamente e socialmente – e ciò rende più facile per alcuni negare il consenso scientifico o semplicemente temporeggiare. (…) Limitare l’uso dei combustibili fossili è il perno di qualsiasi strategia climatica. Tuttavia, i soggetti che generano i maggiori profitti da questi combustibili – i paesi dell’OPEC, la Russia e altre nazioni, compresi gli Stati Uniti, che sono ora il primo produttore mondiale di petrolio – hanno forti incentivi finanziari a rallentare il processo. Molti governi delle nazioni produttrici verranno colpiti direttamente, perché il 65 per cento delle riserve globali di petrolio è ora detenuto da imprese statali, non dalle multinazionali del settore privato che siamo abituati a conoscere. (…) Anche se in gran parte del mondo le energie rinnovabili sono diventate più economiche del carbone, la costruzione di infrastrutture ex novo – e lo scompiglio che creerà nei mercati del lavoro – renderà questa transizione complicata ed estremamente costosa, soprattutto per i paesi invia di sviluppo. Cina e India, i due paesi più popolosi del mondo, sono ancora molto dipendenti dal carbone per la generazione elettrica destinata al mercato domestico. (…) Altri paesi, incapaci di funzionare senza i proventi dei combustibili fossili, crolleranno. L’esempio più eclatante è il Venezuela, sede delle più grandi riserve di greggio del mondo nonché un paese già profondamente instabile, costretto a importare quasi tutti gli altri prodotti di consumo. Con l’avanzare delle strategie di de carbonizzazione, questi paesi esporteranno meno petrolio e più instabilità. Persino il colosso di risorse naturali, la Russia, ha compiuto ben pochi progressi in termini di diversificazione della sua economia, condannandosi alla stagnazione e al disordine politico nei prossimi decenni. La transizione verso un’energia più pulita trasformerà anche la geopolitica, in quanto le vecchie partnership basate sui combustibili fossili – Europa e Russia, Stati Uniti e Arabia Saudita – diventeranno meno rilevanti. Questa tendenza creerà più incertezza geopolitica perché sposterà l’equilibrio di potere all’interno di intere regioni.

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