Si tratta di una revisione resa necessaria anche dagli esiti fallimentari prodotti dalla riforma del titolo V della Costituzione nel 2001. Ma anche da uno sviluppo disomogeneo e poco pensato politicamente in cui ciascuno, ha giustamente osservato Carlo Galli, sembra voler andare per la sua strada (oppure non avere proprio una strada in cui andare).
Dopo 160 anni, l’unità d’Italia è di nuovo una questione aperta. Da tempo, a vecchie linee di frattura se ne sono aggiunte di nuove. Concentrazioni di efficienza e di ricchezza convivono nel nostro Paese con aree di crescente povertà ed emarginazione. Rischia inoltre di concretizzarsi l’idea, da tempo coltivata a destra, di una revisione in senso presidenzialista della Costituzione repubblicana, nella pericolosa illusione che l’organo monocratico di vertice possa creare quell’integrazione che i partiti e la politica non sanno più alimentare.
Sono questi alcuni dei temi che sono stati dibattuti nel nostro Primo Forum (ri)costituente da autorevoli costituzionalisti e protagonisti della vita politica nazionale e locale.
Dopo le due relazioni introduttive di Claudio de Fiores (Università della Campania Luigi Vanvitelli) e Ilenia Massa Pinto (Università di Torino) sono intervenuti: Marco Benvenuti (Università di Roma La Sapienza), Antonio Cantaro (Università di Urbino Carlo Bo), Michele Della Morte (Università del Molise), Stefano Fassina (Promotore di “Patria e Costituzione”), Anna Finocchiaro (Presidente di Italiadecide), Oriano Giovanelli (già Sindaco di Pesaro), Laura Ronchetti (Università del Molise), Giusi Sorrenti (Università di Messina). I lavori sono stati conclusi da Andrea Guazzarotti (Università di Ferrara).
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