IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Il mondo e l’Occidente di Toynbee

L’Occidente, per Arnold Toynbee, si sente portatore e veicolo di ciò che di meglio la storia abbia mai prodotto: progresso tecnico, dinamismo economico, libertà e democrazia. E si sente “innocente”.

Questa accusa sorprenderà, sconvolgerà, affliggerà e forse anche offenderà la maggior parte degli occidentali d’oggi giorno. Gli  occidentali olandesi sanno di avere evacuato l’Indonesia, e gli occidentali britannici di aver evacuato India, Pakistan, Birmania e Ceylon, a partire dal 1945. Gli occidentali britannici non hanno sulla coscienza nessuna guerra di aggressione dopo la guerra sudafricana del 1899-1902, e gli occidentali americani nessuna dopo la guerra ispanico-americana del 1898. Noi ci dimentichiamo troppo facilmente che i tedeschi, i quali attaccarono i loro vicini, Russia compresa, nella cui prima guerra mondiale e poi ancora nella seconda, sono occidentali anch’essi, e che i russi asiatici e africani non vanno per il sottile di fronte a diverse orde di “Franchi” – il nome comune che il mondo dà agli occidentali in massa. “Quando il mondo emette un giudizio, avrà senz’altro l’ultima parola “, secondo un noto proverbio latino. E certo il giudizio del mondo sull’Occidente appare giustificatissimo per un periodo di circa quattro secoli e mezzo terminato nel 1945. Nell’esperienza che il mondo ha avuto dell’Occidente durante tutto quel tempo l’occidente è stato in genere l’aggressore; e se oggi Russia e Cina riprendono vantaggio sull’occidente, è questo un nuovo capitolo della vicenda che non iniziò se non dopo la fine della seconda Guerra mondiale. L’allarme e la collera provocata dai recenti atti di aggressione russa e cinese ai danni dell’Occidente provano che, per noi occidentali, è tuttora strano e inconsueto patire dal mondo ciò che il mondo ha patito e dall’Occidente per vari secoli trascorsi. (…)

L’intrusione tecnologica e quella culturale

Nell’ultimo capitolo si suggerì che il nostro modo di vivere occidentale fosse più straniero agli indù che non ai russi e ai musulmani, perché quello indù conteneva soltanto una piccolissima dose degli ingredienti greci ed ebraici che costituiscono il retaggio comune di Islam, Russia ed Occidente. L’estremo Oriente ha in comune con l’occidente meno ancora di quanto non abbia il mondo indù nel suo fondo culturale. (…)
E così, quando nel secolo XVI i pionieri Portoghesi della civiltà occidentale fecero i loro primi approdi sulle rive della Cina e del Giappone, vi piombarono come ignoti visitatori di un altro pianeta.

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