IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Il mondo e l’Occidente di Toynbee

L’Occidente, per Arnold Toynbee, si sente portatore e veicolo di ciò che di meglio la storia abbia mai prodotto: progresso tecnico, dinamismo economico, libertà e democrazia. E si sente “innocente”.

L’effetto sortito da questa prima visita dell’Occidente moderno sui sentimenti dei popoli estremo-orientali fu misto. Fu una instabile miscela di fascino e repulsione, e in questo primo incontro prevalse alla fine il senso di ripulsione. Quest’ondata cinquecentesca di intrusi occidentali venne ricacciata nell’oceano da cui così inattesamente aveva fatto irruzione sulle rive dell’Estremo Oriente; dopodiché Giappone, Corea e Cina chiusero tutte le loro porte di casa e si misero a vivere finché fosse possibile da “regni eremiti”. La faccenda però non finì qui. Espulsi dal Giappone nel secolo XVII secolo e dalla Cina nel XVIII, gli intrusi occidentali moderni tornarono alla carica nel diciannovesimo; e in questo secondo tentativo riuscirono a introdurre in Estremo Oriente il modo di vivere occidentale, come già erano riusciti a introdurlo in Russia e in India, mentre nel mondo islamico cominciavano a farlo.

In tale situazione quali differenze possiamo scorgere che spieghino la differenza dei risultati sortiti dai due tentativi occidentali di accaparrarsi l’Estremo Oriente? Una differenza ovvia è quella tecnologica. Nei secoli sedicesimo e diciassettesimo, le navi e le armi occidentali non erano così nettamente superiori a quelle estremo orientali da conferire agli intrusi occidentali la supremazia. In questa prima ripresa dell’incontro fra le due civiltà, gli estremo orientali rimasero padroni del campo;  e quando decisero di rompere i rapporti, i visitatori occidentali non poterono opporsi. Ma quando gli occidentali riapparvero al largo delle coste cinesi e giapponesi nel diciannovesimo, la bilancia delle forze pendeva dalla parte occidentale; poiché mentre gli armamenti cinesi e giapponesi erano ancora quelli di duecento anni addietro, gli occidentali nel frattempo avevano fatto la rivoluzione industriale; essi tornavano adesso muniti delle nuove armi che le Potenze d’Estremo Oriente non potevano controbattere; e in tali cambiate e circostanze l’Estremo Oriente doveva pure aprirsi all’influsso occidentale nell’uno o nell’altro di due modi. Un regno eremitico d’Estremo Oriente che tentasse di parare la nuova sfida tecnologica dell’Occidente ignorandola avrebbe visto sfondare le proprie porte chiuse a cannonate di grosso calibro. La sola alternativa possibile era di tenere a bada gli intrusi occidentali apprendendo il segreto degli armamenti occidentali ottocenteschi; e ciò si poteva fare solo aprendo volontariamente alla nuova tecnologia occidentale le porte estremo orientali, prima che i conquistatori d’occidente le forzassero. (…)

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