Rivoluzione e modernizzazione
Vista da un occidentale questa impostazione può apparire obsoleta oppure ipocrita. Ma bisogna ricordare che la Cina non ha mai vissuto nulla di simile alla monarchia liberale inglese o alla rivoluzione francese e che la rivoluzione cinese non è mai stata combattuta per affermare diritti individuali. Anche il discorso politico sui diritti civili, che in Europa ha radici molto antiche, in Cina non aveva e non ha un terreno sul quale crescere. In Cina non si combatteva per la libertà ma neanche per la fraternità e neppure per l’eguaglianza. Come spiegava Mao Zedong nel Libretto Rosso: “Lo scopo della rivoluzione socialista è liberare le forze produttive. La trasformazione della proprietà individuale in proprietà collettiva socialista nel campo dell’agricoltura e dell’artigianato, e della proprietà capitalista in proprietà socialista nell’industria e nel commercio privati porterà necessariamente a una notevole liberazione delle forze produttive. Saranno così create le condizioni sociali per un enorme sviluppo della produzione industriale e agricola.” (Discorso 25 gennaio 1956)
Le idee di eguaglianza formale prima e sostanziale poi sono ideologie tipicamente europee. Nell’ultima versione della Costituzione del PCC si ammette che il socialismo è ancora lontano dall’essere compiuto (il traguardo è nel 2049) e che pertanto esiste ancora un componente residuale di lotta di classe. Ma non si parla di eguaglianza. L’obiettivo indicato da Mao ritrova, come già dagli anni 60, una declinazione nelle quattro grandi modernizzazioni del Paese: quella agricola, quella industriale, quella scientifico-tecnologica e quella militare. Deng Xiaoping nei suoi viaggi all’estero aveva ammirato il livello raggiunto dalla modernizzazione delle economie capitaliste ed aveva espresso la convinzione che il socialismo cinese avrebbe saputo fare meglio. In questo restava Maoista. Dell’ideologia maoista è stato invece abbandonato il volontarismo, vale a dire la fede nella capacità della mobilitazione di massa di far scaturire tutte le energie necessarie al progresso. La nuova strategia ha deciso di usare il mercato come strumento di crescita e di modernizzazione economica. Già Mao aveva devoluto alle comuni agricole e ai dirigenti locali delle imprese pubbliche una grande autonomia, ma sempre nell’ambito di una economia pianificata. L’enorme sottrazione di risorse dalle campagne per l’industrializzazione forzata delle città aveva prodotto drammatiche carestie e milioni di morti per fame.