Nelle sue 47 pagine, lo Strategic Compass non dedica che poco più di un cenno al disarmo e alla non proliferazione degli armamenti, obiettivo da perseguire «in stretto coordinamento … con gli Stati Uniti e la NATO». Per incidens, quegli Stati Uniti che nel 2002 hanno unilateralmente abbandonato il trattato sui missili anti-balistici e nel 2018-19 il trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio, siglato nel 1987 anche grazie alla spinta dei Paesi europei (Prashad).
Il discorso del Presidente della Repubblica Mattarella
Veniamo all’intervento di Mattarella all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.
Esso è costellato di riferimenti alla pace, ma non ad colorandum, bensì dotati di radici meno gracili di quelle funzionaliste.
Innanzitutto, la pace, diversamente dalla guerra, non può essere «lampo»; essa è, bensì, «frutto del paziente e inarrestabile fluire dello spirito e della pratica di collaborazione tra i popoli, della capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo, al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi di aggressione». Citata è la nota Dichiarazione Schuman del maggio 1950, secondo cui «la pace non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano».
Citata è anche la sconfitta del disegno nazi-fascista di dominio dell’Europa per opera della «coscienza civile internazionale»: non ci si poteva attendere da Mattarella la menzione espressa del “non marginale” contributo dell’Unione sovietica a tale sconfitta, ma il riferimento implicito al fatto che anche l’URSS di Stalin apparteneva pienamente, all’epoca, a tale «coscienza civile» non è difficile da cogliere.
Il riferimento è poi quello del transito alla «civiltà del diritto» delle relazioni internazionali, contrapposta alla «visione tardo-ottocentesca, e poi stalinista, che immagina una gerarchia tra le nazioni a vantaggio di quella militarmente più forte», ove l’apparente stigma dello stalinismo potrebbe far velo a un implicito rimprovero all’approccio USA e all’unipolarismo legibus solutus esibito da questi ultimi dalla caduta del muro di Berlino in poi.