IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

La proposta, un’Agenzia europea del debito

L’agenzia europea del debito ha il compito di gestire per conto degli stati membri l’accesso al mercato, filtrando, grazie alla sua credibilità, il rischio di fiammate irrazionali: il massimo di federalismo e di collaborazione interstatale che ci si può permettere a trattati vigenti.

Dobbiamo domandarci, però, da dove venga l’instabilità finanziaria dell’eurozona e che ruolo vi giochino i debiti pubblici.

L’irrazionalità dei mercati finanziari

L’ipotesi che si può fare, e che è sempre più condivisa, è che l’instabilità derivi dall’incompletezza dell’unione monetaria: Maastricht ha dotato l’eurozona, e in prospettiva l’Unione, di una moneta unica ed ha quindi unificato la politica monetaria, attribuendola alla BCE, ma ha lasciato gli stati membri responsabili delle loro politiche fiscali, attribuendo ai mercati finanziari il ruolo di giudice della “salubrità” delle medesime.

Il punto è che solo dei mercati davvero efficienti possono esercitare adeguatamente un ruolo di disciplina, premiando i virtuosi e punendo i “prodighi”. In altri termini, più precisi: se, e solo se, i prezzi delle obbligazioni pubbliche riflettono solo ed esclusivamente lo stato dei “fondamentali” fiscali di uno stato, allora i mercati svolgono una funzione di disciplina.

La crisi dei debiti sovrani ha mostrato esattamente l’opposto: gli spread si sono gonfiati in un modo che solo in minima parte poteva essere spiegato con il peggioramento dei fondamentali degli stati, e in parte maggioritaria con una situazione, sostanzialmente irrazionale, delle aspettative che le trasformava in aspettative autorealizzantesi: siccome “si pensa” che uno stato peggiorerà, allora si vendono i suoi titoli, con l’effetto di abbassare il prezzo e aumentare il rendimento, e quindi di realizzare il peggioramento temuto. Come dicevano già nel 2012 due economisti italiani tutto fuorché eterodossi, Favero e Missale, “l’impatto di questa variabile di rischio globale non è costante nel tempo, chiaro segno di un contagio guidato da variazioni del market sentiment. Questa evidenza indica una discontinuità nel ruolo disciplinare dei mercati finanziari. Se i mercati possono rimanere irrazionali più a lungo di quanto un Paese possa rimanere solvibile, allora il ruolo dei differenziali di rendimento sulle obbligazioni nazionali come strumento di disciplina fiscale si indebolisce notevolmente”.

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