IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

La rivalità tecnologica USA-Cina, a che punto siamo?

I rapporti di forza tra USA e Cina, anche tenendo conto delle rispettive sfere di influenza, sono ben diversi da quelli tra USA e Cuba e anche da quelli che prevalevano tra USA e URSS durante la prima guerra fredda

La deglobalizzazione e il ritardo cinese nel campo dei semiconduttori

Il formidabile ritmo del progresso tecnologico e della capacità di innovazione “indigena” in Cina è stato reso possibile fino a tempi recenti soprattutto da due fattori solo apparentemente contraddittori:
– il processo di apertura al mondo esterno e di integrazione commerciale, tecnologica e culturale nella globalizzazione;
– l’altissima priorità accordata al progresso tecnologico e alla innovazione nel quadro della pianificazione socialista.
A questo proposito è giusto riconoscere che, finché è durata, l’ultima ondata di globalizzazione capitalistica ha comportato un aumento della diseguaglianza, un arretramento dei rapporti di forza tra le classi e un peggioramento relativo – e in alcuni casi assoluto del tenore di vita dei lavoratori del Nord e di parte della semi-periferia. Tuttavia, ha anche permesso alla Cina e (in misura minore) a pochi altri paesi del Sud di fare grandi progressi tecnologici, economici e sociali, rafforzando i loro rapporti di forza nei confronti del centro imperialista.
Queste tendenze hanno indotto gli americani a correre ai ripari, tentando di forzare una inversione a U nel processo di globalizzazione (la cosiddetta de-globalizzazione) e di imporre alla Cina una forma di embargo sempre più drastico, con una forte componente extraterritoriale, che assomiglia sempre di più al bloqueo con il quale tentano da decenni di soffocare Cuba.
Tuttavia, gli strateghi americani più capaci sono consapevoli del fatto che un attacco frontale stile prima guerra mondiale contro tutta l’economia e l’intero SNI della Cina sarebbe velleitario e destinato all’insuccesso. Quindi, hanno individuato alcune nicchie e settori chiave che sono parte sistemica della catena del valore della industria cinese nel suo complesso, nei quali la Cina è ancora molto vulnerabile e dipendente dalle importazioni di componenti e input di altissimo livello tecnologico, e cercano di colpirla a morte proprio in questo tallone d’Achille. La Cina, a sua volta, ha preso atto da tempo di questa minaccia, e sta moltiplicando gli sforzi per aumentare il proprio grado indipendenza tecnologica, rintuzzare gli attacchi e vincere la corsa contro il tempo – che la vede sulla difensiva nel breve e medio periodo ma all’offensiva nel lungo periodo.
L’esempio più noto è quello dei semiconduttori. Questo settore figurava già in modo rilevante nel piano Made in China 2025 (vedi Gabriele 2020), ma i suoi obiettivi sono stati raggiunti finora solo in parte. I risultati ottenuti dal China Integrated Circuit Industry Investment Fund, istituito nel 2014 per promuovere start-up anche di piccole dimensioni con una prospettiva alla “cento fiori”, e che ha beneficiato di oltre 40 miliardi di dollari di capitalizzazione, sono stati finora abbastanza deludenti, anche a causa di seri episodi di corruzione.
La Cina ha, cioè, sviluppato una serie di iniziative per promuovere lo sviluppo di un settore nazionale di semiconduttori e attualmente produce notevoli quantità di microprocessori relativamente meno avanzati (dai 24 nanometri in su), ma è ancora lontana dal produrre i microprocessori più avanzati, che adesso sono di 5 nanometri e presto saranno di 3. La produzione dei microprocessori più avanzati è oggi dominata da due grandi imprese, la Taiwan Semiconductor Manufacturing Corporation (TSMC) and la coreana Samsung.”(Ikster 2022). Attualmente, queste produzioni sofisticate richiedono l’accesso a input e tecnologie molto complesse, di cui gli USA detengono i diritti di proprietà intellettuale.
Non si deve, peraltro, ritenere che “gli sforzi fatti dalla Cina nella direzione della indigenizzazione siano stati un fallimento totale. I semiconduttori meno sofisticati che la Cina produce attualmente sono input necessari per molte industrie. Inoltre, la Cina ha sviluppato metodi innovativi per finanziare l’innovazione, come ad esempio la borsa hi-tech di Shangai” (Ikster 2022). Lo sforzo di Pechino nei semiconduttori si è chiaramente mostrato produttivo. Tuttavia, l’industria nazionale cinese è ancora lontana dal poter competere con le imprese tradizionali globalmente dominanti” (Weinstein 2022). La Cina ha poche possibilità di arrivare al dominio o anche all’autosufficienza nel campo dei semiconduttori, ma sta diventando un attore importante in questa catena del valore globalizzata, una tendenza che gli sforzi degli USA hanno poche probabilità di deragliare. Tenendo conto anche del ruolo centrale della Cina nella manifattura elettronica globale e in varie tecnologie emergenti la tecnologia cinese è sempre più onnipresente, almeno tra le molte nazioni che finora non hanno mostrato di volersi distaccare dall’economia cinese (Lee 2022).
A differenza di altri settori avanzati, la Cina sconta ancora una certa debolezza strutturale nel campo dei semiconduttori. Tuttavia, ci sono molti segnali incoraggianti. Nel 2021 la produzione di semiconduttori è aumentata del 33,3% rispetto al 2020. C’è stato un importante passo avanti pochi mesi fa, quando la Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC) ha annunciato che inizierà tra poco a produrre semiconduttori da 7 nanometri, e forse, in prospettiva, da 5 nanometri, anche se utilizzando una tecnologia “autarchica”, meno efficiente di quella dei coreani e dei taiwanesi. Grandi progressi sono stati annunciati anche da YTMC e con Changsin Memory Technologies – con i prodotti della prima nelle memorie Nand che stavano per essere adottati anche dalla Apple (poi c’è stato il veto di Biden)- in quello delle macchine litografiche e più in generale delle macchine per la produzione dei chip, a cui partecipano la Amec e la Smee, e nel campo della progettazione automatica.

Vuoi ricevere la nostra newsletter?

Privacy *

Newsletter

Privacy *

Ultimi articoli pubblicati