IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

La Russia affama il mondo?

La Russia affama il mondo è’ il grido di battaglia di Ursula von der Leyen. C’è ora un concreto rischio di fame e di carestia, dicono a Bruxelles. E prima non c’era?

Già nei mesi precedenti allo scoppio della guerra ucraina nutrirsi non era mai costato così caro. La Fao, già per quanto riguarda il 2021, registrava che i prezzi dei prodotti alimentari erano aumentati in media del 28%. Un aumento collegato alla ripartenza della domanda globale a fronte di una carenza nell’offerta dovuta a diversi fattori: i cambiamenti climatici che hanno provocato eventi meteoreologici estremi, la peste suina africana, il covid, la siccità che ha colpito i raccolti in America Latina e in alcune zone dell’Africa, i recenti problemi logistici e di trasporto via mare legati ai conflitti in corto, la speculazione.

L’inflazione

L’inflazione colpisce soprattutto i paesi più dipendenti, appesantendo la fattura delle loro importazioni, in un periodo in cui in alcuni di essi si registra un significativo declino dei salari e difficoltà legate all’elevato indebitamento verso l’estero. Non ci risulta che la von der Leyen e Letta si siano mai preoccupati troppo di tali eventi. Già prima della pandemia tra 840 e 900 milioni di persone soffrivano della fame cronica e non disponevano delle risorse alimentari sufficienti per svolgere una vita sana ed attiva (Fao). La pandemia e il forte aumento recente dei prezzi dei prodotti alimentari hanno contribuito ad un rilevante aumento del fenomeno. Secondo l’Onu il numero delle persone che non avevano accesso ad un’alimentazione adeguata è aumentato nel solo 2020 sino a raggiungere e superare il miliardo di unità.

L’inazione dei paesi occidentali rispetto a tale quadro era palese, anche se diverse agenzie finanziarie internazionali, a partire da quelle Onu, si sono mobilitate per fronte al fenomeno, con risultati rilevanti ma certamente non sufficienti. Basti pensare al contestuale aumento dei profitti nel settore dei grandi intermediari, trader sulle materie prime, hedge fund e società che gestiscono gli indici sulle stesse materie prime. La Oxfam ha calcolato che in particolare dallo scoppio della pandemia le grandi imprese del settore dell’agroalimentare e dell’energia hanno visto accrescere le loro ricchezze di 453 miliardi di dollari. E certamente la crisi ucraina contribuirà ad ulteriori grandi entrate nel settore. Va a questo proposito segnalato che una parte molto importante delle terre agricole del paese è in qualche modo controllata dal capitale estero che possiede molte delle infrastrutture di supporto e influisce in maniera molto importante sulla commercializzazione internazionale dei prodotti.

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