IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

L’analisi. Nel tempo della seconda guerra freddo-calda

Naviganti senza bussola, gli improbabili eredi della sinistra italiana hanno prima divorziato dal pacifismo politico e giuridico e poi sposato un inquietante fondamentalismo etico-democratico.

Prima e seconda guerra fredda, analogie e differenze

Lo scarto tra la mistica della guerra e il desiderio di pace non va rimosso, ma messo a tema. È necessario adoperarsi in tutti i modi per accorciare questo scarto, per far sì che non diventi un abisso incolmabile. Capire le ragioni di entrambi questi due opposti sentimenti. Questa è la prima e fondamentale bussola che abbiamo smarrito e ritrovarla è tutt’altro che facile. Ma non impossibile. Nei primi decenni del secondo dopoguerra, il conflitto tra guerra e pace è stato dialettizzato e messo in forma dal pacifismo (da quello italiano, ma non solo). Ciò è stato possibile anche grazie ad una postura bellicista dei due principali protagonisti della guerra fredda che avevano nel loro Dna anche le ragioni della pace e della giustizia delle nazioni. Una storia dimenticata, quanto mai istruttiva.

Lo scorso 17 maggio, nel Gran Anfiteatro della Sorbona si è svolto un Colloquium sulla guerra in Ucraina. Una delle cose più interessanti l’ha detta nell’incipit del suo intervento Georges-Henri Soutou, storico delle relazioni internazionali: “questo non è un ritorno alla Guerra Fredda”. E aggiungo: ahimè!”. Non ha detto altro, ma avrebbe potuto aggiungere: “ahimè per l’Europa!”. La mia deduzione è lo sviluppo della sua principale affermazione: “Non siamo assistendo ad un semplice ritorno alla Guerra Fredda”. Siamo di fronte ad una seconda guerra fredda, come poche settimane dopo l’avrebbe definita Carlo Galli (C. Galli, 12 luglio). Una seconda guerra fredda che condivide tratti di rilevante analogia con la prima, ma anche cruciali differenze che stanno pesantemente penalizzando il Vecchio continente.

La prima analogia è che anche la guerra in atto si presenta come uno scontro tra blocco eurasiatico e blocco atlantico, un scontro dipinto con tinte fortemente fondamentalistiche. Il sano mondo slavo-ortodosso contro il decadente occidente, democrazia liberale contro autocrazia. Ma con una differenza cruciale. La prima guerra fredda si svolge ancora nell’era delle grandi ideologie universaliste aperte con le rivoluzioni americana e francese del 18° secolo. Il liberalismo e il comunismo erano fratelli nemici. Nemici, ma con certi legami storici e filosofici. Le ideologie erano allora una garanzia di prudenza. Dato che la vittoria del comunismo era scientificamente provata e, dunque, inevitabile, si poteva essere pazienti perché, in ogni caso, alla fine il comunismo avrebbe prevalso. Annota Henri Soutou: Stalin era davvero iper cauto. Krusciov viene licenziato per il suo avventurismo nella crisi cubana del 1962. Putin, viceversa, è un uomo di fretta, decide da solo. I leader sovietici decidevano collettivamente e associavano i partiti fratelli delle democrazie popolari. L’intervento in Ungheria nel ‘56 è oggetto di acceso dibattito all’interno del Politburo, come quello in Cecoslovacchia nel ’68, in Afghanistan nel ’79, in Polonia nel 1980.

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