IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Oltre il MES e le sue condizionalità, il debito comune

La dotazione di un debito comune europeo è la chiave per superare l'atteggiamento di persistente subalternità ai mercati e far valere compiutamente l'interesse strategico europeo. Altro che MES

Le “ragioni” della riforma

Da quel momento il MES entra in un “sarcofago”. La gestione tecnico-manageriale della crisi greca ha attribuito al MES una connotazione profondamente negativa, tanto che persino i prestiti offerti durante la pandemia (il c.d. “MES sanitario”) non sono stati richiesti da alcun paese, nonostante la dichiarazione – non assistita, però, da atti formali – che la sola condizionalità sarebbe stata l’utilizzo di quei fondi a scopi sanitari (Micromega, 2022)

Per quali ragioni, dunque, le istituzioni di Bruxelles e alcuni Stati membri dell’Unione (segnatamente i paesi creditori) hanno avvertito l’esigenza impellente di riformare il MES? E perché continuano a pretendere che l’Italia ratifichi il trattato di riforma, anche a fronte ad un quadro internazionale sconvolto prima dalla crisi pandemica e oggi dalla terribile guerra ai confini orientali dell’Europa?

Prima ragione. È necessario completare l’Unione bancaria, perché tra i nuovi compiti del MES c’è quello di intervenire, qualora il “meccanismo di risoluzione unico” (Single Resolution Mechanism), che serve a facilitare le ristrutturazioni delle banche in crisi ed è alimentato dai versamenti delle banche aderenti, non fosse sufficiente a coprire i costi di un’eventuale emergenza. Peccato che l’Unione bancaria non è mai stata completata, non perché manchi un organismo tecnico, ma perché un gruppo di paesi ritiene che prima si debba provvedere a una riduzione del rischio, intendendo in particolare che le banche che detengono in quantità rilevante titoli sovrani dei paesi ad alto debito debbano ridurre in modo sostanziale quella parte del portafoglio titoli (che venga nominata esplicitamente o meno, è l’Italia con le sue banche il principale obiettivo di questa richiesta).

Seconda ragione. La riforma del MES inserisce un cambiamento delle regole che occorre seguire in caso di concessione di assistenza finanziaria ad uno Stato membro. Le nuove regole contemplano, infatti, “sia pure in casi eccezionali”, la possibilità di una preliminare ristrutturazione del debito del paese interessato, anche con il coinvolgimento “adeguato” del settore privato.

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