IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Quel “pasticciaccio brutto” della riforma del Patto di stabilità

Le proposte di riforma della governance economica e monetaria europea confermano ancora una volta i dogmi indiscussi e intoccabili di questa nostra “povera” Europa: il mercato e la libera concorrenza.

Si tratta di qualcosa di più di una mera sensazione se è vero, come è vero, che il Commissario europeo Valdis Dombrovskis, in un’intervista rilasciata a La Stampa il 20 gennaio scorso, in occasione del World Economic Forum di Davos, ha sottolineato la necessità di “evitare che vi siano contraddizioni fra la politica monetaria e quelle di bilancio”, invitando gli Stati membri, e in particolare l’Italia a vigilare sui deficit (aggiungendo che la valutazione della Commissione sulla manovra per il 2023 è positiva, che “le cose sono nel complesso sulla strada giusta” e che “l’attuazione delle nostre raccomandazioni va bene”, ma anche che “l’importante è non perdere slancio” perché “il 2023 sarà il grande anno dei pagamenti legati al Next Generation Eu e tutti gli Stati membri devono avanzare con le riforme e gli investimenti”).

L’invito a vigilare sul deficit evidenzia la circostanza che anche l’adozione di un “nuovo” Patto di stabilità e crescita non intende abbandonare la necessità di rispettare i valori numerici, come detto, del tutto arbitrari, fissati sin dal 1997, mantenendo la centralità del rapporto debito/PIL al 60% e di quello deficit/PIL al 3%.

D’altronde, già il 19 ottobre 2021, in una sua precedente comunicazione, la Commissione UE aveva affermato che la ripresa di un percorso di riduzione del rapporto debito/PIL sarebbe stata essenziale “per mantenere finanze pubbliche sane, evitare divergenze fiscali persistenti tra gli Stati membri, preservare condizioni di finanziamento favorevoli per i settori pubblico e privato, e prevenire episodi di stress di mercato che provocherebbero costose ricadute”. Pertanto “una riduzione realistica, graduale e duratura del debito pubblico rimane importante anche per ricostituire le riserve prima della prossima recessione” e implica il ritorno a un percorso di convergenza tra gli Stati membri che può essere agevolato da una procedura per gli squilibri macroeconomici ben funzionante.

Paesi di serie a, b, c

I punti essenziali della più recente comunicazione dello scorso 9 novembre sono tre che, in qualche modo, evocano quanto già sperimentato con altri meccanismi.

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