Non sappiamo ancora quando la guerra, questa fase della guerra, cesserà. Sappiamo, anche se troppi osservatori lo dimenticano, che la questione russa e la questione ucraina resteranno nei prossimi decenni. Aggravate e complicate dal peso degli avvenimenti di queste settimane, non solo quelli strettamente bellici. Un tema enorme, Russia ieri oggi domani, che costituisce il filo conduttore dei contributi contenuti in questo numero uno di fuoricollana.it . Dopo lo straordinario e inatteso favore raccolto dal numero zero dedicato al “virus atlantico”, i cui contributi i nostri lettori ed amici troveranno sempre nel sito.
Ciò che emerge dalle analisi ospitate in questo numero è, soprattutto, la capacità della guerra in Ucraina di far venire al pettine i nodi storici che si sono aggrovigliati negli ultimi trenta anni. Si tratta, in particolare, del modo con il quale si è venuta strutturando la società russa, la sua economia, le sue istituzioni politiche, la sua auto rappresentazione, l’insieme delle sue relazioni con l’Europa e il resto del mondo. Il bilancio di questo decisivo passaggio storico è agghiacciante: un paese preda prima del cinismo degli esperimenti iperliberisti di Eltsin, consegnato poi a un gruppo di alti burocrati, avventurieri e contrabbandieri. Il risultato è una società in mano ad una cleptocrazia. impegnata a derubare le ricchezze nazionali per accumulare fortune nei paradisi offshore, il tutto con la complicità dell’Europa e dei paesi occidentali, che di questo furto colossale hanno largamente beneficiato. Le responsabilità dell’Occidente, peraltro, si possono apprezzare anche provando a misurare lo spessore delle strategie di politica estera dell’Unione Europea, centrate sulla strumentazione giudiziaria della Corte europea dei diritti umani (CEDU), totalmente schiacciata su una autorappresentazione edificante e profondamente deficitaria sul piano dell’analisi storica. Per non parlare poi di come l’utopia unificante la Società Democratica, sottesa all’allargamento ad est della Corte europea dei diritti umani, sia risultata, alla prova dei fatti, poco credibile agli occhi dell’opinione pubblica russa, visto il contestuale avanzamento ad est della NATO. Anche perché, quando l’UE “ha provato a fare il salto da comunità economica a unione politica non ce l’ha fatta. Non è riuscita a liberarsi dal generale quadro di condizionamento segnato dalla Guerra del Golfo, e dallo strapotere esercitato dagli USA”. La complessità di questa storia viene oggi azzerata dalla propaganda con la quale le parti in campo cercano di giustificare sul piano ideale le proprie azioni. La rappresentazione della guerra che ne scaturisce è quella di una lotta metafisica tra il bene e il male, mentre quello in corso tra il regime putiniano e l’Ucraina è un conflitto tra un’inedita combinazione di bonapartismo orientale, modernizzazione illiberale, conservatorismo da una parte e un esperimento ancora in bilico tra democratura oligarchia e populismo mediatico dall’altra.
Anche questa volta, insomma, il nostro sguardo prova a posarsi oltre la superficie, muovendosi in direzione ostinatamente contraria al dilagante clima maccartista (maccartismo in salsa europea a ennesima conferma che la storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa). Un piccolo antidoto contro le troppe immagini, contro le troppe narrazioni vendute per interpretazioni, contro la troppa propaganda spacciata per inoppugnabile verità. Da una parte e dall’altra, da tutte le parti. I temi trattati, la competenza e l’autorevolezza dei nostri autori non esigono altre pagine introduttive. Buona lettura.