IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Sotto l’urto dell’Intelligenza artificiale

Viviamo davvero in un mondo in via di de-occidentalizzazione? In realtà stiamo facendo i conti con un'occidentalizzazione perversa. Oggi è l'ora di ChatGPT. L’incontro con questa forma di intelligenza “aliena” richiede più eguaglianza e più controllo.

A esito paradossale di questi processi, perennemente sospesi nel chiacchiericcio debordante che ci isola sempre più nel maneggio quotidiano di tastiere e telecamere, è qui in Occidente che siamo costretti a constatazioni sempre più amare. Il «capitalismo cannibale» intravisto da Nancy Fraser come motore primo della globalizzazione neoliberale – «programmato per divorare le basi sociali, politiche e naturali della propria esistenza … sempre più intento a espellere miliardi di persone dall’economia ufficiale verso zone grigie di lavoro informale» – produce proprio nelle culle originarie che lo hanno tenuto a battesimo i suoi effetti più deleteri. Si pensi agli USA: l’egemonia indiscussa conquistata nell’elettronica e nel digitale mondiali si è tramutato nel declino di interi ceti, lavorazioni e comunità, dando vita a quella che Giuseppe Maione ha bollato come una «forma tossica di polarizzazione politica» alimentata soprattutto dal degrado del lavoro: oggi, in luogo della stabilità della catena di montaggio di un tempo e dei suoi salari, imperversano burg-flipper (gira-hamburger) e stock replenishers, magazzinieri, postini, personale di pulizia, gig-work e clic-work (impiego occasionale di persone, però, il più delle volta dotati di bachelor degree, l’equivalente delle nostre lauree triennali). Ed è in queste aree che prevale l’ansia per il futuro, arroccamento, separazione, richiesta di protezione.

Lo smarrimento europeo

 In Europa i processi non sono meno divisivi né meno accentuati tramonto e declino della partecipazione politica. Qui oggi sperimentiamo con particolare acutezza – ma senza mai farne veramente tesoro – una antica lezione di Toynbee: prima di altri abbiamo compreso che «lo stato nazionale europeo … è un recipiente di gran lunga troppo piccolo e fragile per contenere le forze di industrialismo e democrazia. Quei vini nuovi sono stati versati e rinchiusi in bottiglie vecchie, e dunque le hanno fate scoppiare senza rimedio. A noi oggi riesce difficilmente concepibile che a costituire l’unità effettiva minima finale del sistema industriale non siano almeno l’intera superficie utilizzabile del pianeta e tutta l’umanità. E, parimenti, sul piano politico, l’unità minima mostra oggi una tendenza ad aumentare le sue proporzioni, in accordo con l’estensione a raggio mondiale dell’attività industriale». L’incerto, claudicante cammino dell’Unione Europea testimonia con assoluta evidenza l’incapacità del Vecchio Continente a mettere davvero a frutto quanto appreso dalla storia. Il risultato è l’anomia, la crisi sempre più accentuata di istituzioni democratiche galleggianti in uno spazio pubblico invaso da nuove, tribali forme di comunicazione, con conflitti sociali che smarriscono i loro tratti collettivi, stravolgendo struttura e forma della società europea.

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