Cosa può fare l’Europa, e in essa l’Italia?
La linea ufficiale del governo, stabilita dal primo ministro Gentiloni nel 2017 e mai smentita, sarebbe la partecipazione entusiasta alla BRI, dato che essa avrebbe ricadute economiche estremamente positive; in effetti l’idea era che l’Italia fosse il principale hub dell’iniziativa, data la centralità del suo sistema portuale una volta che i trasporti transatlantici fossero diventati meno rilevanti. Anche il resto dell’Europa, comunque, manifestava una grande disponibilità. Chi non vorrebbe che l’Europa si aprisse maggiormente al commercio con la seconda economia mondiale che si avvia a diventare la prima?
Questa politica è oggi improponibile. La scelta per l’Europa e per l’Italia è fra puntare ancora sulla BRI, affrontando l’opposizione degli Stati Uniti, o cedere alle loro pressioni, alle loro minacce e alle loro sanzioni, come stiamo facendo. In entrambi i casi si tratta di una scommessa: continuare nella politica BRI vuol dire scommettere che dopo le inevitabili turbolenze politiche ed economiche propiziate da questa scelta si tornerà a un mercato mondiale “normale”, con la Cina (e l’India, e la Russia) sempre più integrate. Scommettere sulla seconda vuol dire invece ritenere che i danni che gli USA possono infliggere all’Europa in caso di “tradimento” sarebbero troppo gravi per potere essere sopportati; e che nonostante tutto si possa restare nel “primo cerchio”, sperando che l’evoluzione della guerra non comporti troppi sacrifici. I fatti purtroppo dimostrano che chi ha fatto questa scelta ha avuto probabilmente ragione.
Esiste una terza via? Certamente la serietà del contenzioso fra USA e Cina rende molto difficile percorrerla. Se entrambi i contendenti preferiscono la guerra a un compromesso la guerra è inevitabile. Ma paradossalmente è proprio questa inevitabilità che rende necessario trovarne uno. Nemmeno Molinari o Di Maio possono preferire un bombardamento atomico sull’Italia a un compromesso. Il soggetto più indicato a cercare questo compromesso è l’Unione Europea. È possibile che qualcuno stia lavorando sottotraccia a ciò. Ma molti di noi avevano sperato che che l’Unione intervenisse con più decisione.