IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Un mondo globale e multipolare, lo sguardo di Lula

Il segno distintivo del governo Bolsonaro è stato l’anti-mondialismo. Al contrario, Lula coniuga principi liberali e principi realisti. Il rispetto del diritto internazionale ma anche l'idea di un protagonismo politico dell'America Latina, a partire della preservazione della foresta amazzonica.

La nuova Banca dei BRICS

L’indicazione di Dilma Rousseff come presidente della banca dei BRICS è una chiara dimostrazione di quanto detto, soprattutto se teniamo conto che già si annuncia l’allargamento geografico del blocco con l’ingresso dell’Argentina e forse dell’Iran. Infatti, questa neonata istituzione finanziaria è stata concepita per operare in forma alternativa ai prestiti che sottomettono i debitori attraverso il noto meccanismo delle esportazioni di capitali, un modello sostenuto dalla rete tra Stati Uniti e FMI. Questo progetto ha un significato particolare per l’ampliamento delle relazioni tra il Brasile e l’America Latina, relazioni fortemente scoraggiate durante il governo Bolsonaro. Basta ricordare i progetti del nuovo governo di Lula per la regione, come ha chiarito il nuovo Presidente durante il suo primo viaggio ufficiale all’estero – in Argentina – che includevano il ripristino dei finanziamenti del BNDES (Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social) per i paesi vicini, come era accaduto con la politica di convergenza continentale dei suoi governi precedenti (compreso quello guidato da Dilma Rousseff), con modelli di finanziamento simili a quelli della banca dei BRICS e potenzialmente in copartecipazione con essa. La partecipazione a forum regionali come l’UNASUR (União de Nações Sul-Americanas) e la CELAC (Comunidade dos Estados Latino Americanos e Caribenhos), osteggiati dal governo Bolsonaro, così come il rafforzamento del Mercosur completa il quadro di queste iniziative in grado di rilanciare l’orientamento Sud-Sud che alimentava la politica estera dei primi governi di Lula.

Come ha affermato lo storico Valter Pomar, si trattava di una politica che rappresentava un “differenziale importante” rispetto alle altre politiche di quei governi, poiché apertamente anti-neoliberale e con una presa di distanza dagli Stati Uniti. Quest’ultimi offrivano all’America Latina l’ALCA, un progetto egemonico volto ad integrare politicamente ed economicamente la regione secondo i loro esclusivi interessi.

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