Come acutamente sottolineato da Perry Anderson, in riferimento al primo ciclo dei governi del Partito dei Lavoratori, è stato in quel periodo che un paese con una cultura fortemente chiusa al proprio interno ha raggiunto una “rilevanza politica” che “oltrepassa i suoi confini”. Fungendo da “esempio e fonte di ispirazione potenziale per altre nazioni” e svolgendo un ruolo indipendente nella scena internazionale.
Un grande salto storico, nella misura in cui il Paese cerca di presentarsi al mondo non per obbedire passivamente alla “globalizzazione come perversità”, secondo le parole del geografo Milton Santos, ma per partecipare ad un’altra globalizzazione, costruita dl basso, a partire dal Sud del mondo e incorporante preoccupazioni di ordine sociale, culturale e morale. Si tratta di una prospettiva – riprendendo le formulazioni teoriche di Domenico Losurdo – che è aderente al paradigma hegeliano della “lotta per il riconoscimento”, in grado cioè di contribuire alla fine dell’era della “grande divergenza” tra popoli e nazioni iniziata durante il colonialismo e ancora non superata ai giorni nostri.
Bibliografia
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