Un altro segreto di cui pochi sono al corrente è che dopo il lancio dell’Euro, nel novembre del 2000, Saddam annunciò che le esportazioni di petrolio iracheno sarebbero state regolate con la nuova moneta. Questa mossa in pratica metteva in discussione il dollaro come valuta di regolamento del petrolio, con il risultato che il presidente Bush Jr. mandò Saddam alla forca in una guerra asimmetrica. E il primo decreto emesso dal governo dell’Iraq democraticamente eletto, istituito sotto il fuoco degli Stati Uniti, fu di tornare al dollaro Usa per il commercio di petrolio iracheno. (…)
Rinascita o declino
La crisi finanziaria del 2008 ha colpito piuttosto duramente gli Stati Uniti. Dopo diversi anni di insicurezze e instabilità, alla fine hanno deciso di intraprendere una grande cambiamento di Focus strategico. Obama si è proclamato “il primo presidente americano del Pacifico”. Il segretario di stato Hillary Clinton ha anche pubblicato un articolo intitolato “Il secolo del Pacifico americano”, in cui dichiarava che la missione più importante della diplomazia statunitense nel decennio a venire sarebbe stata quella di aumentare in maniera significativa i suoi impegni diplomatici, economici, strategici e di altro genere nella regione Asia-Pacifico. (…)
Questo “ritorno in Asia” di alto profilo da parte degli Stati Uniti porta con sé una serie di obiettivi strategici: il primo, è quello di occupare la posizione di leader in Asia e nel Pacifico, dominare il secolo del Pacifico” e assicurarsi che questo continui ad essere la “macchina sputa soldi” americana, rimanendo disponibile a fare da base per la competizione con le zone dell’Euro; il secondo è quello di contenere lo slancio della Cina e non permettere a nessun paese di sfidare la loro egemonia. Secondo l’FMI nel 2016 il PIL totale della Cina potrebbero raggiungere quello di Stati Uniti, superandolo notevolmente entro il 2030 (…)
Anche se è solo una congettura, la prospettiva è abbastanza preoccupante da far sudare freddo gli americani. Per ritardare questa previsione, o addirittura impedire che diventi una spaventosa realtà, l’amministrazione di Obama, anche se ancora un po’ a disagio per la possibilità di un’Europa unita integrata dalla Germania, ha deciso di spostare il suo Focus strategico e di circondare la Cina con una serie di azioni repressive su due fronti, quello geopolitico e quello monetario, nel tentativo di frenare lo slancio sul nascere. (…)