Questo non è certamente una buona cosa per la Cina, ma non è nemmeno del tutto un male. I cinesi amano dire che “senza pressioni, le persone sono troppo leggere e svolazzanti”, perciò quando la pressione americana viene esercitata, c’è il potenziale per un forte contraccolpo cinese. (…)
Ecco perché mi sento di affermare che il vero nemico degli Stati Uniti non è la Cina ma i nuovi modelli industriali e di scambio che stanno per nascere. Entrambi cambieranno il gioco del capitale a cui gli americani si sono abituati e persino un po’ assuefatti. Sarà un processo molto doloroso per gli Stati Uniti, ma quasi impercettibile per la Cina, che non ha mai provato il brivido di un’egemonia monetaria nel mondo e non ha ancora completato il suo aggiornamento da economia reale a una finanziaria. Se vogliamo andare ancora oltre e fare delle ipotesi, quando l’economia di Internet diventerà pienamente popolare e i pagamenti elettronici, gli acquisti con carta di credito e le transazioni online diventeranno un modello di business di base dell’umanità, il dollaro americano si ritirerà dal campo dello scambio e dal pagamento, e diventerà solo una misura di valore, un’unità di misura, un simbolo, un concetto. Ciò significa che gli americani dovranno rinunciare alla loro egemonia basata sul dollaro, sia attivamente che passivamente. Gli Stati Uniti possono continuare ad essere un impero che si affaccia al mondo senza la loro egemonia del dollaro? E da questa prospettiva, e in questo senso, che dico: gli Stati Uniti declineranno.
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La sfida per la Cina
Al momento siamo ancora ciechi, pensiamo ancora che il sogno di ringiovanimento della Cina possa essere realizzato solo superando gli Stati Uniti in tutte le sue forze esistenti: il PIL, la tecnologia, la potenza militare, il soft power. E questa è solo ipocrisia priva di immaginazione. Perché, se anche arrivassimo a fare ciò, non sarebbe altro che una replica senza vita dell’America di oggi non la nascita di una nuova civiltà. (…)
La Cina deve scegliere una nuova linea che rifiuti sia i vecchi percorsi sia quelli degli Stati Uniti, entrambi ormai non più praticabili. In altre parole, deve lasciarsi alle spalle il modello materiale che l’ha portata al successo negli ultimi trenta anni circa: il dividendo del lavoro a basso costo, l’efficienza generata dal potere di ricerca di rendita dei funzionari governativi e lo spettacolare effetto ricchezza scatenato dal moderno sistema finanziario e dalla creazione di enormi quantità di credito. Questi tre motori, che una volta funzionavano insieme ad alta velocità, ora stanno rallentando o hanno perso potenza, segnalando quindi che è arrivato il momento di cambiare rotta. Ciò vuol dire che sta emergendo una nuova forma di società che nessun essere umano ha mai sperimentato prima, una nuova opportunità per il mondo e per la Cina. (…)