Un effetto sarebbe quello di una diminuzione di attrattività dei titoli del debito pubblico Usa, con maggiori rendimenti e maggiori oneri per la restituzione del debito, cosa che con il tempo spingerebbe ad una riduzione della spesa pubblica del paese e poi a maggiori tasse e/o maggiore inflazione (Earle, 2023). Peraltro, il processo in atto dovrebbe essere presumibilmente lento e graduale e dagli esiti complessivi tuttora abbastanza poco chiari.
La valuta alternativa dei Brics
I Brics stanno lavorando per creare una nuova valuta alternativa al dollaro e ne dovrebbero discutere durante il loro prossimo vertice in agosto. Essa sarebbe sostenuta dall’oro e da altri beni. Intanto all’incirca venti paesi hanno espresso interesse a entrare nell’organizzazione, sebbene ci siano difficoltà legate alla non omogeneità dei paesi del Brics, in particolare ai contrasti tra Cina ed India. Procede anche la SCO, organizzazione creata da Russia, Cina e quattro repubbliche dell’Asia Centrale (Mandraud, Théron, 2023), cui hanno poi aderito l’India e il Pakistan, mentre alla fine sono coinvolti in qualche modo altri 22 paesi. Anche in questo caso si discute di dedollarizzazione.
Nel mese di febbraio 2023 lo yuan ha superato per la prima volta il dollaro nel volume degli scambi mensili tra la Cina e la Russia. Intanto le imprese russe hanno cominciato ad emettere obbligazioni in renmimbi. Nelle transazioni cinesi con il resto del mondo nelle ultime settimane sembra che l’impiego dello yuan abbia superato quello del dollaro.
Gli accordi della Cina con i paesi del Golfo potrebbero portare all’avvento del petro-yuan al posto del petro-dollaro per quanto riguarda, ma non solo, gli scambi dei prodotti energetici. La Malaysia ha proposto alla Cina la creazione di un fondo monetario asiatico.
La Cina ed il Brasile hanno raggiunto un accordo per regolare le loro transazioni commerciali nelle loro rispettive valute. Sempre la Cina ha sottoscritto accordi di clearing con il Pakistan, il Kazakhistan, il Laos ed altri (i paesi dell’Asean). Anche l’Iraq e il Vietnam prefigurano la possibilità di regolare i loro scambi con la Cina in yuan, che intanto sta intanto portando avanti il suo progetto di moneta digitale. Esso ha già oggi circa 300 milioni di utenti e il suo sviluppo potrebbe consentire alla Cina di avere la sua rete di pagamenti globali in yuan mantenendo il controllo sui movimenti di capitale. A marzo 2023 la francese Total ha effettuato il suo primo pagamento in yuan ad una compagnia petrolifera cinese per un carico di gas liquefatto. In gennaio è stato raggiunto un accordo tra Iran e Russia per sostituire il sistema Swift. Anche Russia e Cina stanno lavorando a connettere i loro sistemi di comunicazione bancaria.