Per una nuova Bretton Woods
Le sanzioni inflitte dai paesi occidentali dopo lo scoppio della guerra in Ucraina stanno avendo conseguenze impreviste. E’ in atto un grande sforzo, da parte di moltissimi paesi emergenti, di ridurre il peso del dollaro nei loro affari; non è chiaro quanto questa ondata sarà realmente forte, quanto sarà veloce e sino a dove essa porterà. Per esplorare due opposte previsioni sul futuro del dollaro si vedano ad esempio Roubini, 2023 (molto negativo in proposito) e Krugman, 2023 (più ottimista).
I problemi del sistema monetario internazionale potrebbero essere risolti con la messa in opera di una nuova Bretton Woods, che in ogni caso lasci un posto adeguato ai paesi emergenti, arrivando a determinare un nuovo sistema monetario pluralista, mentre riformi profondamente IMF, WB, WTO. Ma gli Stati Uniti non hanno nessuna volontà di andare in quella direzione.
Alla Cina non sembra interessare tanto di sostituire il dollaro come moneta di riserva mondiale con lo yuan, ma di mettere insieme un blocco di paesi per creare un sistema valutario alternativo o anche di ridurre comunque il peso del dollaro, annullando così comunque il potere di ricatto degli Usa.
Può darsi che lo stesso dollaro rimanga ancora a lungo la moneta più importante, ma sarà per lo meno affiancata da altre valute, in primo luogo, ma non necessariamente solo, da quella cinese; un’ipotesi possibile è che sia la moneta dei Brics a prendere la scena.
Le difficoltà del cambio di passo sono comunque numerose. Intanto lo yuan è una moneta “gestita”, il cui livello viene nella sostanza deciso da Pechino sulla base dei suoi interessi. Il rifiuto delle autorità del paese di arrivare ad una piena convertibilità della moneta è legata alla volontà di mantenere il controllo su di essa e di non lasciarlo invece al mercato (cioè nella sostanza agli Stati Uniti), anche se nel corso del tempo sono stati prese progressivamente delle misure per allentare la presa. Ora lo sviluppo della moneta digitale potrebbe comunque cambiare almeno in parte le cose. Intanto non mancano altre difficoltà; la Russia ha qualche problema tecnico ad accettare che l’India paghi le sue esportazioni in rupie se non in parte.