IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Visioni dell’egemonia: Usa, Russia, Cina

L’escalation, mossa dall’emozione e dagli interessi, è una possibilità, ma fino ad ora Biden ha resistito al coinvolgimento diretto dell’esercito Usa.

Un lungo articolo, pubblicato il 26 dicembre 2021, di Wen Wang, ricercatore all’università di Fudan, propone la visione cinese sul crollo dell’Urss e sulle ambizioni che l’hanno provocato. L’articolo è ripreso e commentato da David Goldman che si chiede per quale motivo l’Occidente pensa che la Cina voglia l’egemonia mondiale sul modello americano. Come illustra Goldman quest’ultimo sembra dare per scontato che non siano possibili giochi a vantaggio reciproco nell’egemonia sul mondo. Che questa debba e possa essere detenuta tutta da loro, con o senza compartecipazione dei principali paesi ‘alleati’ come Europa e Giappone o, come unica scelta, tutta da un’altra alleanza. Che sia, cioè, questione di vita e morte, di evento decisivo.
Questo spiegherebbe la determinazione a provocare, costi quel che costi, il soffocamento immediato di qualunque potenziale controegemone, sia esso la Russia o la Cina (o prima la Russia e poi la Cina).

Ma prima di entrare nel tema guardiamo di cosa stiamo parlando, cioè della morte di tutti, buoni e cattivi, santi e peccatori. In un articolo di Christopher Chivvis, su The Guardian, l’autore, che è il Direttore dell’American Statecraft Program presso il Carnegie Endowment for International Peace, descrive la situazione e le simulazioni condotte dagli esperti per prevedere i possibili esiti delle diverse scelte. In base alla sua esperienza come ex ufficiale dei servizi segreti Usa individua solo due possibili esiti finali: una sconfitta Ucraina molto difficile da digerire per gli Stati Uniti o l’escalation che potrebbe attraversare la ‘soglia nucleare’. Come dice, Putin “inquadra deliberatamente la sua operazione in Ucraina nello stesso modo in cui gli Stati Uniti hanno strutturato le proprie operazioni di cambio di regime in Kosovo, Iraq e Libia”. Ovvero accusando l’Ucraina di essere uno stato terrorista. Chiaramente, dal suo punto, “queste sono foglie di fico trasparenti per quella che non è altro che una guerra di imperialismo brutale”.

Del resto, prosegue, se il lavoro non viene portato a termine in fretta a Putin resterà solo di trattare le città Ucraine molto più brutalmente. Ma anche la caduta del governo ucraino, e la sua sostituzione con uno aderente alla Russia, potrebbe portare ad un’escalation se gli Usa favorissero la guerriglia nel paese, con relative rappresaglie e controrappresaglie. In alternativa, se le forze russe una volta sconfitte dovessero arretrare quelle ucraine potrebbero, trascinate dall’impeto, proseguire ed attaccare le retrovie stesse, provocando una controreazione nucleare. Tutti questi scenari, per come si vogliano modellare, portano insomma alla soglia nucleare. Sono stati condotti decine di “giochi di guerra” e tutti chiariscono che Putin userebbe l’arma nucleare se si sentisse minacciato. Ad esempio, se un esercito Nato entrasse nel territorio Russo.

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