IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

L’intervento. Il Governo Draghi è davvero intoccabile?

Il ruolo dell’Italia in uno scontro senza precedenti tra la Nato, diventata braccio armato di un aggressivo primato occidentale, e la Cina. È questo il vero tema di cui bisognerebbe discutere per decidere della sorte del Governo Draghi.

Il mondo si avvia a passo veloce a una fase di guerra, vedremo quanto fredda, tra due blocchi, uno guidato dall’America e uno dalla Cina, ma a leggere i grandi giornali governativi e interventisti la possibile crisi di governo avrebbe come causa i messaggi di Draghi a Grillo su Conte. La luna e l’unghia di un mignolo: perché la vera ragione per contestare questo Governo fino ad uscirne, e se possibile a farlo cadere, è ben più grave, e gravida di conseguenze. Ed è il ruolo dell’Italia nello scontro senza precedenti preparato da una Nato ora apertamente non più alleanza difensiva, ma braccio armato di un aggressivo e risentito primato occidentale che trasforma gli interessi in ideologia.

Il vertice di Madrid e la Cina

Il vertice di Madrid è stato davvero storico, ma non nel senso sbandierato dai giornali genuflessi al soglio draghiano. Lo è stato perché mette le basi della più grave instabilità internazionale mai registrata dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il teorema è fin troppo chiaro: l’Occidente e i suoi valori sono in pericolo. Il nemico è oggi la Russia, ma già domani sarà la Cina, individuata con rara esplicitezza come la principale minaccia al nostro sistema. Il piano su cui la Nato pone la sua propaganda è quello etico: se Putin vince, si è detto, sono la democrazia e la libertà ad essere in pericolo. A maggior ragione lo si sosterrà contro la Cina. Questa retorica mette l’Occidente in conflitto frontale con il resto del mondo: un resto del mondo maggioritario sia per popolazione sia per estensione geografica. E, in prospettiva assai ravvicinata, maggiore anche da un
punto di vista economico. Le conseguenze sono incalcolabili: la partita per il definitivo monopolio occidentale del mondo rischia di esserci fatale.

Il ruolo dell’Italia

L’Italia ha di fronte a sé due strade. La prima è quella di un atlantismo prono: quello proclamato con toni caricaturali dal ministro Di Maio, entusiasta, come tutti i neofiti, del suo nuovo ruolo di garante del sistema che era stato eletto per cambiare. La seconda è quella di un multilateralismo che appartiene alla nostra storia politica, e che ha a che fare sia con la posizione dell’Italia nel Mediterraneo, sia con la presenza della Santa Sede e (un tempo) di una forte sinistra. Oggi quella sinistra non esiste più: ma potrebbe essere il Movimento 5 Stelle di Conte a accettare per sé quell’eredità politica, provando a indicare una via diversa da quella consacrata dal vertice NATO. Non la via binaria dello scontro tra civiltà, ma invece quella di una decostruzione dei blocchi dall’interno (innanzitutto ridando fiato a una prospettiva europea non schiacciata sul dominio
americano, e dunque opponendosi in Parlamento all’ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia) e di un dialogo a trecentosessanta gradi.

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