web magazine di
cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

web magazine di cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Focus

Europa. Morire per rinascere

“Morire per risorgere”. Al contrario, Von der Leyen pretende di “rinascere” – via (forse) guerra commerciale agli Usa – senza prima “morire”. L’Unione sta facendo ciò che sa fare meglio, fuggire in avanti con operazioni di marketing. A partire dal ReArm Europe.

C’era una volta in Germania

Sollecitata dal sudafricano Elon Musk a fornire risposte emotive e avventate e dalla velenosa provocazione britannica sul “malato d’Europa”, la Germania ha reagito con un’altissima partecipazione al voto (84%) e una indicazione di stabilità. Ma il neomercantilismo tedesco è comunque finito. A volte un sigaro è solo un sigaro, ma qualche volta è qualcos’altro, ha detto un giorno Sigmund Freud.

Deoccidentalizzazione, Dottrina Monroe 4.0

In questo numero ci sforziamo di rovesciare il punto di osservazione: anziché guardare prioritariamente all’Occidente, alla sua pericolosa crisi di egemonia, proviamo a pensare prima di tutto al «the Rest», alla sua vitalità economica e alla sua crescita tecnologica. Per capire, in primo luogo, se da quella parte venga davvero solo una minaccia, ovvero se nella sfida per il riequilibrio dei rapporti di forza globali non ci sia anche un’opportunità.

Igiene del pensiero

Se la guerra è politica, nella politica non c’è argine alla guerra. E le guerre permanenti dei nostri giorni sono guerre antipolitiche. Ma a che serve separare concettualmente politica e guerra? In termini pratici, a nulla: questo non porrà termine alla guerra. Serve però a un’igiene del pensiero, a non scambiare il disordine con l’ordine, l’abnorme con il normale, la morte con la vita

La Destra avanza

La destra avanza. In Europa, certo. Ma non solo. Le prossime elezioni presidenziali e politiche negli Usa saranno un altro test importante, da cui potrebbe derivare un’ulteriore spinta in avanti per la composita area della destra internazionale. Ma di quale destra stiamo parlando?

L’odio nel tempo della ragione militare-digitale

La guerra è sempre una sconfitta, ripete quotidianamente Papa Francesco. Inascoltato. Non qui, non da noi, può starne certo. Ci ripromettiamo, anzi, a partire dal suo, dal nostro, grido di dolore di andare oltre, di andare alle radici e alla morfologia di questa sconfitta. Perché l’attuale guerra, comunque la si definisca, non è semplicemente una guerra del passato e l’attuale sconfitta non è una sconfitta come le altre.

Palestina nella testa, Israele nella testa

Questo numero è plurale e dialettico. Autenticamente, non per formale ed ipocrita concessione ai dettami del politicamente corretto. Ci sono opinioni diverse tra noi sulla questione israelo-palestinese, pur condividendo il comune diritto di esistere di Israele e della Palestina. Due “sentimenti” accomunano i contributi di apertura di Antonio Cantaro, Donato Caporalini e Luigi Alfieri.

Guerra all’umano

C’è una lezione negli avvenimenti spaventosi di queste settimane. Gli errori si pagano, prima o poi. Anche quando in realtà sono crimini. Crimini contro la vita, come cantava Pierangelo Bertoli. Da quarant’anni non si fa altro: contro la natura e l’ambiente; contro il diritto e l’umanità; contro la vita, sempre più ridotta a merce; contro l’intelligenza e lo spirito. Tutto ciò ha un nome: guerra.

Guerra contro le donne, una scuola per amico

Raccontare delle storie è il nostro punto di partenza. Necessario, irrinunciabile. Un imperativo per la nostra Scuola di educazione alla politica Sviluppo umano, Vivere la Costituzione. A partire dal primo modulo, non casualmente dedicato al tema Guerra contro le donne. Esattamente ad una settimana dall’8 marzo.

Guerra al lavoro

Morti di fame. Espressione spregiativa con la quale vengono identificati da sempre accattoni, barboni, mendicanti, miserabili, pezzenti, poveracci, spiantati, straccioni. Per i media fa più audience occuparsi dei morti di lavoro (se ne occupa specificatamente in questo numero il giuslavorista Paolo Pascucci). Per qualche ora, s’intende. La notizia non fa più notizia. Tanto si trova sempre qualche sociologo che si diletta con le favole.

Guerra all’ambiente

Dopo 30 anni di vertici sul clima, i gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto nel 2022 livelli record e, sulla base degli attuali piani climatici, non solo non verranno centrati gli obiettivi degli Accordi di Parigi di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, ma assisteremo ad un aumento delle temperature di quasi 3 gradi Celsius entro la fine del secolo. Una vera e propria guerra all’ambiente.

Guerre d’odio. Il silenzio complice dell’Europa

Il più tormentato e sofferto dei numeri di fuoricollana.it. La sofferenza che deriva dal privilegio di essere una pubblicazione non periodica, non sottoposta alla dittatura del dovere di stare sulla notizia. Il privilegio di essere liberi. Ci siamo avvalsi di questo privilegio, nel tentativo – non sappiamo se riuscito, giudicheranno i lettori – di misurare le parole di fronte all’enormità delle cose che accadono davanti ai nostri occhi. Che accadono nella martoriata Israele, che accadono nella martoriata striscia di Gaza.

Africa/Afriche

Il numero quindici di fuoricollana è dedicato all’Africa, il continente in cui si gioca anche il nostro futuro. Prima di tutto, per la dinamica demografica. Secondo le stime delle Nazioni Unite, nel 2050 l’Africa raddoppierà i suoi abitanti, raggiungendo la cifra di 2,5 miliardi, mentre il “vecchio” continente si attesterà intorno ai 550 milioni di abitanti. Un abitante su quattro del pianeta sarà africano.

Guerre d’Europa, Guerre totali

L’avevamo ripetutamente paventato. Più la guerra d’Ucraina si protrae e più diventa insensata e rischia di assumere i tratti di una guerra totale. E letteralmente insensata la guerra d’Ucraina lo è ormai da mesi. All’inizio – lo ricorda Domenico Quirico in un recente articolo che ripubblichiamo nelle nostre Lezioni d’autore – sembrava tutto chiaro. L’obiettivo russo “era la egolatrica cancellazione dell’Ucraina come soggetto indipendente e la sostituzione di Zelensky con qualche manovrabile vassallo che accettasse moscoviti beneplaciti padronali.

Scusate il ritardo

Scusate il ritardo. Ma volevamo essere sicuri di averci visto bene, circa un mese fa, quando pensavamo di avere intravisto all’orizzonte i colori delle sconfitte elettorali che le sinistre europee venivano accumulando un po’ dappertutto. Dati già allora impietosi che indicavano chiaramente che i colori non erano da nessuna parte quelli della rinascita, dell’arcobaleno. Ci siamo dati un po’ più di tempo per chiudere questo numero tredici. Abbiamo fatto bene. I colori erano, in verità, quelli dell’arcobaleno, ma di un arcobaleno capovolto, con le sembianze di un sorriso. Il sorriso delle destre, di quasi tutte le destre europee.

L’Occidente nella biglobalizzazione

L’Europa sta invecchiando. E sta invecchiando male, come ci ricorda Paolo Rumiz nella sua ultima opera “Canto per Europa” di cui trovate qui la presentazione. Invecchiare è naturale, è un destino ineluttabile. Invecchiare male non lo è.

Destre al governo, governo delle destre

Chi si accontenta delle definizioni riduttive e alla moda ascriva pure il governo delle destre in Italia a quello delle c.d. “democrazie illiberali”. Formula magica che pretende di dire tutto, ma che troppo spesso finisce per dire assai poco (l’hegeliana notte in cui tutte le vacche sono nere). Non ci piacciono, lo sanno bene i nostri lettori, le interpretazioni caricaturali e demonizzanti. Prendiamo tutto molto sul serio, a maggior ragione prendiamo sul serio un governo legittimato dal voto maggioritario, benché non bulgaro, del corpo elettorale.

Riaccendiamo le luci della pace

Quanto è stato facile scendere in questo nostro inferno! Eppure avremmo dovuto essere consapevoli del rischio che avevamo di fronte. Da millenni ci ammonisce la saggezza della poesia: “facilis descensus averno”; la porta di Dite è aperta notte e giorno; la vera fatica è risalire! E l’esperienza di innumerevoli tragedie umane lo conferma: una volta messa in moto la macchina della guerra travolge ogni limite, trascina con sé la sua forza invincibile.

Stefano Fassina: I motori del liberismo UE

Quali sono i fattori di più intenso segno liberista nell’impianto di politica economica dell’Unione europea? Il senso comune batte e ribatte sulle politiche di bilancio

L’Unione, l’AntiEuropa

Vi presentiamo un numero veramente speciale che non ha bisogno di commenti, ma di essere letto nell’unicità del tema e nella varietà delle angolature con cui la questione Europa AntiEuropa è messa a fuoco, a partire dai contributi di Antonio Cantaro, Donato Caporalini e Isidoro Mortellaro che da diversi punti di vista rileggono problematicamente e criticamente l’ultimo libro di Caracciolo, “La fine della pace”. E poi specialità nella specialità. Le immagini che ‘servono’ i diversi contributi sono quasi tutte tratte da una raccolta dal titolo “I Dialoghi degli Dei”. Il suo autore, Antonio Santacroce, non ha bisogno di presentazione.

Guerre economiche, economie di guerra, guerre identitarie

Incubo e realtà. Ci avevano autorevolmente rassicurato all’inizio di questo ennesimo anno horribilis che la guerra in senso classico no, roba di altri tempi. E, a modo suo, ci aveva rassicurato anche Vladimir Putin annunciando urbi et orbi che l’invasione dell’Ucraina era una ‘semplice’ operazione militare speciale (ma ormai anche i bambini sanno che siamo precipitati in una guerra infinita, per procura per ora, ma guerra).

Governo Opposizione Costituzione

Il successo dei primi due seminari (ri)costituenti promossi dal nostro web magazine tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre, ci ha suggerito di rendere disponibili per tutti i nostri sempre più numerosi ed esigenti lettori i materiali tanto del primo (La sinistra italiana dopo il 25 settembre) quanto del secondo (Il fascismo preso sul serio). Il robusto filo che li unisce – Governo Opposizione Costituzione – è ripetutamente evocato nei diversi contributi, una parte dei quali si trovano tanto nella versione scritta quanto in quella audio-video. È il nostro piccolo contributo ad una discussione responsabile e approfondita sulle sorti dell’Italia e dell’Europa, entrambe avviate ad un autunno freddo e caldo, non solo in senso metaforico.

Sinistra assente, hic Rhodus hic salta

A lungo nella storia del secondo dopoguerra l’origine del caso italiano è stata rinvenuta, in modo tutt’altro che innocente, nella presenza del più forte partito comunista dell’Occidente. Oggi il dato più macroscopico della questione italiana è la mancanza di una agenda progressista riconoscibile dei partiti che dichiarano ancora, quasi vergognandosene, di appartenere a questo campo. Questo è il tema del numero 5 del nostro piccolo web magazine. Non ci persuadono le spiegazioni che vanno per la maggiore. È giunto per noi, il tempo di dare un nome semplice e inequivoco al male oscuro della nazione: sinistra assente

Forme del declino. Da Draghi al draghismo

Il declino italiano è il tema apparentemente inattuale di questo numero quattro di fuoricollana.it. Da qualche tempo non se ne occupa più (quasi) nessuno. Un’ottima ragione, dunque, per parlarne. Non tanto per andare in direzione ostinatamente contraria al dilagante sentimento collettivo (questo, lo sanno bene i nostri lettori, è nel nostro Dna), quanto per capire le ragioni di questa sciagurata rimozione. La principale delle quali porta oggi il nome di un anestetico, draghismo, neologismo entrato a pieno diritto nei dizionari della lingua italiana.

GUERRA (in)FAME

Questa è una “guerra infame”, per diverse ragioni. I media ci hanno mostrato quelle più tragiche (i morti e le violenze sui civili) e alcuni, troppi, ne hanno voluto subito distillare una morale (il bene delle democrazie contro il male delle autocrazie di cui parla La lama di Michele Prospero). Fuoricollana, in questo numero tre, indaga le retrovie della prima linea dell’indignazione collettiva, per illuminare le crepe in cui si radicano i mali accresciuti dalla guerra, quelle più profonde e antiche del regime putiniano.

Svegliati, Europa!

«Verrà il momento in cui sbanderemo, come i sonnambuli d’Europa nell’estate 1914», disse Angela Merkel ad un vertice europeo del 2013, citando lo storico Christopher

Russia, ieri oggi domani

Non sappiamo ancora quando la guerra, questa fase della guerra, cesserà. Sappiamo, anche se troppi osservatori lo dimenticano, che la questione russa e la questione

Il virus atlantico

Da un virus all’altro, siamo entrati nel secondo tempo della Pandemia. Carissimi amici e lettori, benarrivati al numero zero di fuoricollana.it. La parola chiave, trasversale,