web magazine di
cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

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IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

La Lama

Il “nemico americano”. Le tragedie in Ucraina e Palestina

Quando si riflette sui dolori e le ingiustizie del nostro tempo è pratica diffusa occultare il nome di chi le ha causate, un occultamento che non è dovuto a disattenzione o scarsa memoria, ma a corruzione morale e/o materiale. Si proverà quindi a riflettere su tale aspetto, tentando di identificare il nemico principale, quale impresa preliminare a qualsiasi percorso verso un mondo migliore.

Congo, trent’anni di (impunito) saccheggio occidentale

Mentre l’Occidente s’indigna per il sovranismo e il populismo delle sue stesse leadership, mentre si parla della necessità di proteggere i “diritti umani” e la “stabilità regionale” in Europa, da trent’anni assistiamo impassibili a uno dei più grandi saccheggi di risorse del mondo.

Francesco, perché gli americani non lo amano?

Papa Francesco è una figura di profondissima spiritualità evangelica. È un critico feroce del capitalismo e anche, in parte, dell’Occidente. E qui si spiega il legame con le sue radici sudamericane: l’Argentina, come tutta l’America Latina, vittima storica del modello capitalistico occidentale. Una regione che avrebbe potuto prosperare autonomamente, se solo le fosse stato permesso di autodeterminarsi.

Da Obama a Trump, il prezzo dell’amicizia

I dazi di Trump, in linea con la logica neo-protezionistica statunitense che affonda le sue radici già nel secondo mandato di Obama, hanno un fine meramente politico: verificare quali siano davvero i Paesi amici degli Stati Uniti. Un tentativo disperato di porre rimedio alla crisi dell’egemonia americana, rivedendo gli accordi impliciti su cui si basava l’ordine internazionale e lavorando sulla regionalizzazione dell’economia mondiale.

La mossa del cavallo, aprire ai Brics

La guerra commerciale scatenata da Donald Trump non ha risparmiato nessuno, colpendo tanto gli avversari quanto storici alleati come l’Unione europea, il Giappone, La Corea del Sud e Taiwan. Questa offensiva ha spinto alcuni osservatori a profetizzare la fine della “globalizzazione”, il tramonto del dollaro e, persino, il collasso del capitalismo stesso. Temiamo si tratti di Wishfull thinking.

La Schlein, il PD e il ReArm Europe

È dal 2022 che non si vedeva uno schieramento così compatto e aggressivo dei principali opinionisti di fede “progressista” contro quello che essi immaginano come una sorta di collateralismo putiniano. Questa volta il loro attacco si è rivolto contro la Schlein, rea di aver schierato, o di aver tentato di schierare, il PD su posizioni di contrasto al ReArm Europe proposto dalla von der Leyen.

Una domanda, oltre i numeri

Angoscia e politica. Il grande sociologo tedesco Peter Kammerer, da oltre mezzo secolo in Italia, parla ‘a caldo’ dell’esito del voto in Germania. Quando Le ombre di Platone incontrano le ombre della finanza.

Trump. O del governo del padrino

Dovremo aggiornare nei prossimi anni la tipologia delle forme di governo. Già all’inizio del prossimo anno accademico dovremo raccontare e spiegare ai nostri studenti di diritto pubblico e costituzionale che dopo l’ascesa al trono di Donald Trump la forma di governo emergente delle “democrazie contemporanee” è quella del regime del padrino.

Germania. La caduta degli Dei

lla fine, caddero. Che non si tratti di semplice inciampo lo certificherà – se i sondaggi non saranno totalmente ribaltati (improbabile ma pur sempre possibile) – il voto tedesco di domenica prossima, 23 febbraio. Gli Dei sono già caduti. Ne sono stati smascherati tutti i miracoli sin qui loro attribuiti.

Intelligenza artificiale. La “beffa cinese”

Una piccola start-up cinese, fondata nel 2023, è riuscita, con pochissimi mezzi e spendendo soltanto 5,6 milioni di dollari, a mettere a punto dei modelli di IA almeno pari come prestazioni a quelli dei grandi gruppi Usa che stanno spendendo centinaia di miliardi di dollari allo scopo.

Età dell’oro? no grazie

Per antica tradizione il giorno dell’insediamento di un nuovo Presidente è un momento repubblicano, un momento incentrato sul potere civile americano – l’essere costituzionalmente gli Usa una Repubblica – più che l’essere gli Usa, di fatto, anche un impero.

Autonomia differenziata, cum judicio

La lezione esemplare che viene dalla decisione della Consulta sull’autonomia differenziata è che esiste un Giudice a Roma. Che questo Giudice non è solo il garante della Costituzione, ma è il custode del «cuore» di quel testo, vale a dire di quel patto fondativo fra tradizioni, culture, ideologie e identità diverse, che oggi ci viene riproposto come unica possibilità per ritrovare le ragioni dello stare insieme.

Il «Nuovo ordine» di Netanyahu e Kamala Harris

Più o meno nelle stesse ore in cui Papa Francesco precisa e aggiorna il suo giudizio sulle guerre in corso (una «quasi terza guerra mondiale»), il governo di Israele e il governo degli Stati Uniti sostengono, a fronte di un sempre più probabile conflitto su larga scala in Medio Oriente, che non si tratta di guerra né mondiale né regionale, ma di un regolamento di conti

Piano Draghi, o dell’economia di guerra

Nel suo rapporto sullo stato comatoso dell’economia europea, pubblicato lunedì 9 settembre, Mario Draghi è stato chiaro: occorrono tanti soldi per «competere». Circa 800 miliardi di euro all’anno, corrispondenti al 4,5% del Pil comunitario nel 2023, per tre anni. Tanto per iniziare.

Occidente senza standard, parla la Regina di Giordania

Sembra più che mai necessario riflettere attentamente sulle solenni, ma nel contempo semplici e immediate parole utilizzate dalla Regina di Giordania (che certamente non ha alle sue spalle alcuna legittimazione democratica, alla “occidentale”) in occasione del suo intervento al cinquantesimo convegno organizzato a Cernobbio da The European House.

Tutti a casa, è la guerra bellezza!

L’autrice di questa Lama è una cittadina greca e pensava di averle passate tutte al tempo della Troika.  Ora vive e lavora da diversi anni a Copenaghen. Una mattina di questa fine estate ha ricevuto un messaggio dell’Autorità Danese per la Gestione Crisi che è stato trasmesso a tutti i residenti regolarmente registrati presso le autorità in Danimarca e tradotto in varie lingue. Questo il “patriottico” e imperativo titolo del messaggio: «Preparati per una crisi».

Verso la terza guerra mondiale?

Il panel che apre queste nostre giornate di formazione ci chiede di rispondere alla domanda delle domande nella testa di tutti noi: siamo nel precipizio che ci sta portando, per dritto o per storto, alla terza guerra mondiale? 

Trump e la grande “deportazione”

«Finirò il muro e ci sarà la più grande operazione di espulsione (deportation), nella storia del nostro Paese». Trump docet. Se la politica o più verosimilmente il suo simulacro abbatte un altro tabù, con la fondata aspettativa fra l’altro che ciò produce consensi, allora stiamo entrando davvero in terra ignota o più banalmente riprecipitando agli inferi.

Allo stesso tempo

Leggiamo regolarmente, con attenzione, Le Grand Continent. La nostra distanza politica e intellettuale dalla autorevole rivista non ha bisogno di essere sottolineata. Ma si impara sempre qualcosa di quello che passa nella testa di una parte dell’establishment unionista. Il 15 giugno di quest’anno palpabile è anche il suo smarrimento non solo politico ma anche emotivo. Come testimonia questa Lettera della domenica, dall’emblematico titolo Le goût de la dissolution.

Il Wall Street Consensus sbarca in Eurolandia

Oggi il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto di stabilità (e crescita?) destinato, dopo la sospensione del vecchio Patto durante la pandemia, a vincolare i futuri piani di bilancio degli Stati dell’UE. Dopo lunghe negoziazioni, il nuovo Patto riproduce la stessa logica ispirata all’austerity e alla diffidenza di Germania e ‘frugali’ per gli investimenti pubblici a debito.

Morti sul lavoro, morti di lavoro

Continua, incessante la guerra al lavoro. Non solo gli incidenti nei cantieri e nelle officine, i morti sul lavoro.  Ma quella più invisibile e sottile, ma altrettanto disumana, che consuma quotidianamente le nostre vite. Morti di lavoro. Ne abbiamo discusso venerdì 19 aprile nel secondo modulo della Scuola di educazione alla politica Vivere la Costituzione, di cui pubblichiamo qui la registrazione completa.

Mosca brucia, abbiamo perso la pace

Alla fine della prima guerra mondiale pochi, lungimiranti, inascoltati uomini della parte vittoriosa dissero: “abbiamo vinto la guerra, ma abbiamo perso la pace”. Keynes, tra gli altri, intuì che la “pace cartaginese” imposta alla Germania, profondamente umiliata dalle clausole dei Trattati di Versailles, avrebbe preparato una nuova e immane tragedia per l’umanità.

Il Premier “caritatevole”

L’affermazione della premier Meloni – «non penso e non dirò mai che le tasse sono bellissime, lo sono le libere donazioni e non i prelievi imposti per legge» – contiene un intreccio concettuale a cui è bene prestare molta attenzione. Da una parte, infatti, vi ritroviamo un’ostilità a un istituto fondamentale della Repubblica democratica – le tasse. Dall’altra vi è esaltata l’attitudine alla carità da parte, si presume, soprattutto dei ricchi, magari loro stessi evasori, che dovrebbero sopperire al degrado e alla privatizzazione dei servizi pubblici indotto dalle decrescenti risorse fiscali destinate a finanziarli.

I costituzionalisti e la femme du peuple

Se il diritto costituzionale fosse veramente una scienza, oggi i costituzionalisti sosterrebbero all’unisono l’incostituzionalità del disegno di legge costituzionale Meloni-Casellati che introduce l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri. E invece così non è, e il dibattito suscitato dall’esercizio (illegittimo) di potere costituente – nel quale consiste la proposta presentata – ci ha in gran parte intrattenuti intorno a miti distinguo rispetto a specifici profili assunti come questioni tecniche eventualmente da perfezionare per il raggiungimento dell’obiettivo.

Il Sud Africa e il dovere di prevenire il genocidio

Se le parole hanno un senso, gli stati non sono i governi e le nazioni non sono gli stati. Le accuse del Sud Africa al governo israeliano non sono un atto contro gli ebrei o contro lo stato di Israele, che non sono la stessa cosa. La richiesta del Sud Africa alla Corte internazionale di giustizia di adottare misure cautelari nei confronti di Israele affinché non attui un genocidio a Gaza è stata accolta favorevolmente dalla Corte stessa.

L’ambientalismo del giardiniere

Un nuovo spettro si aggira da tempo per il mondo: il neutralismo ambientale. Secondo questa eccentrica scuola di pensiero in continua ascesa, la devastazione ambientale sarebbe un evento ineluttabile al pari di un qualsiasi cataclisma naturale e/o asteroide proveniente dalla profondità degli spazi intergalattici. Poco o nulla aggiunge la sua radice antropica.

Elogio del cattivo maestro

È morto Toni Negri, un “cattivo maestro” hanno scritto in queste ore tante agenzie di stampa e tanti quotidiani del “bel paese”. Brutto paese. Non perché si è obbligati a parlar bene di chi se ne va anche da parte di chi, come me, non lo ha amato né intellettualmente né politicamente. Brutto paese perché almeno queste ore potevano essere l’occasione per riflettere sulla disgrazia di scuole e Università che non producono più cattivi maestri.

La transizione è una necessità ideologica

A Dubai, in occasione della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, Giorgia Meloni ha affermato: «ciò che serve è una transizione ecologica non ideologica». Non è la prima volta: quando si parla di ambiente, di energie rinnovabili, di cambiamenti climatici vi è sempre qualcuno pronto a precisare: «che non sia ideologico, però!». Ce lo dissero anche nel 2016, a proposito del referendum che promuovemmo sulle trivellazioni in mare: «questo è un referendum ideologico!». In tutta onestà: non ho capito esattamente cosa si volesse intendere allora con “ideologico” e non lo capisco oggi.

Il Premierato infantile

Gli eredi della fiamma tricolore hanno, dunque, alla fine scelto per il premierato elettivo. Diciamo subito in sintesi di cosa si tratta, poi spiegheremo più nel dettaglio. Si scrive premierato elettivo, si legge premierato infantile. La peggiore forma di presidenzialismo in circolazione, tanto che nella realtà non ne esiste uno sulla faccia della Terra e l’unico Paese che l’aveva adottato – Israele – vi ha presto rinunciato. Non funziona, insomma. Tanto basterebbe a persone di dotate di un minimo di buon senso per cambiare direzione.

Diritto di sciopero. Chi si scusa si accusa?

C’era una volta nel nostro Paese una “autorità amministrativa indipendente”, la Commissione che la legge prevede a garanzia del diritto costituzionale di sciopero di cui all’articolo 40 della Costituzione repubblicana.  La Commissione, in un comunicato stampa dello scorso 13 novembre, ha sentito il bisogno di precisare che la sua decisione di non considerare sciopero generale lo sciopero proclamato dalle Confederazioni sindacali per venerdì 17 novembre “non intende in alcun modo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero”. Excusatio non petita, accusatio manifesta, scusa non richiesta, accusa manifesta?