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cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

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IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Numero 16 – Novembre 2023

Guerre d’odio. Il silenzio complice dell’Europa

Il più tormentato e sofferto dei numeri di fuoricollana.it. La sofferenza che deriva dal privilegio di essere una pubblicazione non periodica, non sottoposta alla dittatura del dovere di stare sulla notizia. Il privilegio di essere liberi. Ci siamo avvalsi di questo privilegio, nel tentativo – non sappiamo se riuscito, giudicheranno i lettori – di misurare le parole di fronte all’enormità delle cose che accadono davanti ai nostri occhi. Che accadono nella martoriata Israele, che accadono nella martoriata striscia di Gaza.

Il Premierato infantile

Gli eredi della fiamma tricolore hanno, dunque, alla fine scelto per il premierato elettivo. Diciamo subito in sintesi di cosa si tratta, poi spiegheremo più nel dettaglio. Si scrive premierato elettivo, si legge premierato infantile. La peggiore forma di presidenzialismo in circolazione, tanto che nella realtà non ne esiste uno sulla faccia della Terra e l’unico Paese che l’aveva adottato – Israele – vi ha presto rinunciato. Non funziona, insomma. Tanto basterebbe a persone di dotate di un minimo di buon senso per cambiare direzione.

Il vento dell’odio e l’Europa, che fare?

Una interruzione sine die della politica e del diritto. Le parole usate come proiettili. E i proiettili come parole. Hamas Netanyahu, Netanyahu Hamas. Guerra d’odio alla massima potenza. L’ideologia unionista non è un antidoto. È necessaria un’Europa autonoma, neutrale, mediterranea

Sionismo e colonialismo. Una riflessione non polemica

Tutto ciò che è accaduto e accadrà tra Israele, palestinesi, arabi e musulmani è colpa nostra. Anche gli israeliani hanno colpe e anche gli arabi, i musulmani e gli Usa. Ma a cominciare siamo stati noi europei. Se non lo riconosciamo, ogni cosa che diciamo è menzogna.

L’Unione, una Babele di voci

Un’Europa assente, senza una politica autonoma rispetto alla retorica delle democrazie sotto attacco. C’è solo una alternativa alla via “breve” dello scontro di civiltà: la comprensione delle ragioni dell’Altro, ma per questo serve la paziente costruzione di identità collettive europee.

Un abisso senza fondo, l’11 settembre ha fatto scuola

Per Netanyahu siamo alla «nostra seconda guerra di indipendenza: vincere o cessare di esistere». Simili le certezze intraviste nel campo opposto: «il jihad come metodo e la morte per la gloria di Dio come il più caro desiderio».

L’Unione europea verso l’irrilevanza economica?

L’UE dovrebbe indirizzare la propria azione al mondo multilaterale. Prevale la tendenza a rinchiudersi nel campo atlantista, come mostrano le vicende russo-ucraina e israelo-palestinese, usate per far prosperare l’industria delle armi.

L’Unione europea tra Federazione e Impero

Continuare a perseguire l’ideale di un’“Unione sempre più stretta” senza dare un chiaro verso a tale moto produce il perpetuarsi dell’equilibrio tra Stati membri e Unione fondato sulla soppressione di ogni discorso attorno alla sovranità popolare.

La politica europea di prossimità e la guerra russo-ucraina

Pubblichiamo per gentile concessione dell’editore alcuni stralci dell’ultimo libro di Salvatore Minolfi: l’Ucraina è diventata il catalizzatore dell’opposizione russa all’unipolarismo americano, incoraggiato dai paesi dell’ex sfera di influenza sovietica anche attraverso le policy europee di “prossimità”.

Israele, Gaza e la guerra economica mondiale

L’Europa potrebbe giocare un ruolo importante nella questione israelo-palestinese, se le istituzioni comunitarie non fossero asservite al protezionismo americano. In assenza di condizioni economiche per la pace, sostiene Emiliano Brancaccio, le contraddizioni capitalistiche ci sospingeranno verso una guerra su larga scala.

Dimenticare l’Europa

Il testo di Frantz Fanon che riproduciamo è un accorato invito ai popoli africani affinché, superando la subalternità nei confronti dei dominatori coloniali, aprano un nuovo sentiero per la liberazione dell’uomo. Si tratta di un appello drammatico e visionario che soprattutto l’Europa dovrebbe ascoltare.

Rudolf Hilferding, l’ingannevole luce del capitale

Risale esattamente a un secolo fa (1923), la prima edizione de “Il capitale finanziario” di Rudolf Hilferding. Un libro che annoda i fili di una riflessione partita da Marx sulle contraddizioni di un sistema in cui i rapporti tra uomini sono celati dietro rapporti tra cose.

Diritto, cultura e società negli anni ‘70” – Università degli Studi di Teramo

Il 23 e il 24 novembre presso l’Università degli Studi di Teramo si terrà il convegno interdipartimentale “Sembra quasi un mare l’erba. Diritto, cultura e società negli anni ‘70” organizzato dal Sistema bibliotecario dell’Ateneo teramano. Due giorni dedicati al decennio simbolo delle libertà, delle lotte politiche, della creatività e della innovazione.

Hamas, dalla resistenza al regime

La nuova edizione del libro di Paola Caridi. Dalla fondazione agli attentati del 7 ottobre 2023. Cosa si nasconde dietro il mistero Hamas? Perché ha guadagnato tanto consenso nella società palestinese?

Diritto di sciopero. Chi si scusa si accusa?

C’era una volta nel nostro Paese una “autorità amministrativa indipendente”, la Commissione che la legge prevede a garanzia del diritto costituzionale di sciopero di cui all’articolo 40 della Costituzione repubblicana.  La Commissione, in un comunicato stampa dello scorso 13 novembre, ha sentito il bisogno di precisare che la sua decisione di non considerare sciopero generale lo sciopero proclamato dalle Confederazioni sindacali per venerdì 17 novembre “non intende in alcun modo mettere in discussione l’esercizio del diritto di sciopero”. Excusatio non petita, accusatio manifesta, scusa non richiesta, accusa manifesta?

L’Unione europea è finita. (Non) riposi in pace

Giovedì 26 ottobre del 2023, 24 ore prima che la Stato di Israele iniziasse l’invasione della Striscia di Gaza, l’Unione europea è morta per infamia. Un giorno di tanti anni fa, una grande penna del quotidiano Il Manifesto mi ha insegnato che, a dispetto del popolarissimo detto, nessuno è mai veramente morto per vergogna. Ma per infamia, sì. Per infamia, si può e si deve morire. È giusto, è sacrosanto.