IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Focus

Guerre d’Europa, Guerre totali

L’avevamo ripetutamente paventato. Più la guerra d’Ucraina si protrae e più diventa insensata e rischia di assumere i tratti di una guerra totale. E letteralmente insensata la guerra d’Ucraina lo è ormai da mesi. All’inizio – lo ricorda Domenico Quirico in un recente articolo che ripubblichiamo nelle nostre Lezioni d’autore – sembrava tutto chiaro. L’obiettivo russo “era la egolatrica cancellazione dell’Ucraina come soggetto indipendente e la sostituzione di Zelensky con qualche manovrabile vassallo che accettasse moscoviti beneplaciti padronali.

Scusate il ritardo

Scusate il ritardo. Ma volevamo essere sicuri di averci visto bene, circa un mese fa, quando pensavamo di avere intravisto all’orizzonte i colori delle sconfitte elettorali che le sinistre europee venivano accumulando un po’ dappertutto. Dati già allora impietosi che indicavano chiaramente che i colori non erano da nessuna parte quelli della rinascita, dell’arcobaleno. Ci siamo dati un po’ più di tempo per chiudere questo numero tredici. Abbiamo fatto bene. I colori erano, in verità, quelli dell’arcobaleno, ma di un arcobaleno capovolto, con le sembianze di un sorriso. Il sorriso delle destre, di quasi tutte le destre europee.

L’Occidente nella biglobalizzazione

L’Europa sta invecchiando. E sta invecchiando male, come ci ricorda Paolo Rumiz nella sua ultima opera “Canto per Europa” di cui trovate qui la presentazione. Invecchiare è naturale, è un destino ineluttabile. Invecchiare male non lo è.

Destre al governo, governo delle destre

Chi si accontenta delle definizioni riduttive e alla moda ascriva pure il governo delle destre in Italia a quello delle c.d. “democrazie illiberali”. Formula magica che pretende di dire tutto, ma che troppo spesso finisce per dire assai poco (l’hegeliana notte in cui tutte le vacche sono nere). Non ci piacciono, lo sanno bene i nostri lettori, le interpretazioni caricaturali e demonizzanti. Prendiamo tutto molto sul serio, a maggior ragione prendiamo sul serio un governo legittimato dal voto maggioritario, benché non bulgaro, del corpo elettorale.

Riaccendiamo le luci della pace

Quanto è stato facile scendere in questo nostro inferno! Eppure avremmo dovuto essere consapevoli del rischio che avevamo di fronte. Da millenni ci ammonisce la saggezza della poesia: “facilis descensus averno”; la porta di Dite è aperta notte e giorno; la vera fatica è risalire! E l’esperienza di innumerevoli tragedie umane lo conferma: una volta messa in moto la macchina della guerra travolge ogni limite, trascina con sé la sua forza invincibile.

Stefano Fassina: I motori del liberismo UE

Quali sono i fattori di più intenso segno liberista nell’impianto di politica economica dell’Unione europea? Il senso comune batte e ribatte sulle politiche di bilancio

L’Unione, l’AntiEuropa

Vi presentiamo un numero veramente speciale che non ha bisogno di commenti, ma di essere letto nell’unicità del tema e nella varietà delle angolature con cui la questione Europa AntiEuropa è messa a fuoco, a partire dai contributi di Antonio Cantaro, Donato Caporalini e Isidoro Mortellaro che da diversi punti di vista rileggono problematicamente e criticamente l’ultimo libro di Caracciolo, “La fine della pace”. E poi specialità nella specialità. Le immagini che ‘servono’ i diversi contributi sono quasi tutte tratte da una raccolta dal titolo “I Dialoghi degli Dei”. Il suo autore, Antonio Santacroce, non ha bisogno di presentazione.

Guerre economiche, economie di guerra, guerre identitarie

Incubo e realtà. Ci avevano autorevolmente rassicurato all’inizio di questo ennesimo anno horribilis che la guerra in senso classico no, roba di altri tempi. E, a modo suo, ci aveva rassicurato anche Vladimir Putin annunciando urbi et orbi che l’invasione dell’Ucraina era una ‘semplice’ operazione militare speciale (ma ormai anche i bambini sanno che siamo precipitati in una guerra infinita, per procura per ora, ma guerra).

Governo Opposizione Costituzione

Il successo dei primi due seminari (ri)costituenti promossi dal nostro web magazine tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre, ci ha suggerito di rendere disponibili per tutti i nostri sempre più numerosi ed esigenti lettori i materiali tanto del primo (La sinistra italiana dopo il 25 settembre) quanto del secondo (Il fascismo preso sul serio). Il robusto filo che li unisce – Governo Opposizione Costituzione – è ripetutamente evocato nei diversi contributi, una parte dei quali si trovano tanto nella versione scritta quanto in quella audio-video. È il nostro piccolo contributo ad una discussione responsabile e approfondita sulle sorti dell’Italia e dell’Europa, entrambe avviate ad un autunno freddo e caldo, non solo in senso metaforico.

Sinistra assente, hic Rhodus hic salta

A lungo nella storia del secondo dopoguerra l’origine del caso italiano è stata rinvenuta, in modo tutt’altro che innocente, nella presenza del più forte partito comunista dell’Occidente. Oggi il dato più macroscopico della questione italiana è la mancanza di una agenda progressista riconoscibile dei partiti che dichiarano ancora, quasi vergognandosene, di appartenere a questo campo. Questo è il tema del numero 5 del nostro piccolo web magazine. Non ci persuadono le spiegazioni che vanno per la maggiore. È giunto per noi, il tempo di dare un nome semplice e inequivoco al male oscuro della nazione: sinistra assente