IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

L’Unione, l’AntiEuropa

Vi presentiamo un numero veramente speciale che non ha bisogno di commenti, ma di essere letto nell’unicità del tema e nella varietà delle angolature con cui la questione Europa AntiEuropa è messa a fuoco, a partire dai contributi di Antonio Cantaro, Donato Caporalini e Isidoro Mortellaro che da diversi punti di vista rileggono problematicamente e criticamente l’ultimo libro di Caracciolo, “La fine della pace”. E poi specialità nella specialità. Le immagini che accompagnano i diversi contributi sono quasi tutte tratte da una raccolta dal titolo “I Dialoghi degli Dei”. Il suo autore, Antonio Santacroce, non ha bisogno di presentazione. Ci affidiamo alle parole scritte, a suo tempo, sull’artista siciliano da Vincenzo Consolo: “Il pittore sognante, rabdomante ispirato, contro il grigio insonoro, la stasi che prelude al silenzio, ha scoperto e donato, a noi dimentichi e schiavi, queste mappe, queste grafie abbaglianti, questa vita sepolta e vibrante, carica di risonanze di infinita bellezza”. Nella vostra testimoniante militanza ritroviamo L’Europa che abbiamo smarrito. Recte: l’Europa tradita dall’Unione “dimentica e schiava”. Mentre ci apprestavamo a chiudere questo numero, irrompeva il Qatargate. Un nuovo durissimo colpo inflitto alla credibilità dell’Unione europea, parte attiva e complice dell’Antieuropa. Temiamo che questa miserevole vicenda sia solo la punta dell’iceberg di un vero e proprio tradimento del vecchio Continente, un tradimento delle nostre classi dirigenti. Con una vignetta Vauro ha riassunto al meglio la situazione: “bisogna difendere i valori dell’Europa” – dice un anonimo funzionario di Bruxelles – “che se no arriva la polizia giudiziaria e li sequestra!” – ribatte un disilluso cittadino europeo. I diversi contributi di questo numero non si accontentano di questa sacrosanta condanna morale, ma provano, come sempre, ad andare alle radici di quanto la cronaca si incarica di far venire allo scoperto, a partire da una lectio magistralis di Carlo Galli (di cui trovate la registrazione integrale nella Sezione Lezioni d’autore). Il tema esige di essere affrontato alla radice. A partire dalla malriposta fiducia nella cosiddetta autoregolamentazione (registri per la trasparenza, comitati etici consultivi) quale antidoto unico per un efficace contrasto ai conflitti di interesse e alla corruzione. Il Qatargate rivela l’esistenza di un male profondo dello Stato di diritto europeo, dei suoi processi decisionali, caratterizzati da segretezza e pressione di gruppi di interesse e lobbies che agiscono al di fuori di ogni controllo. Uno stato di diritto afflitto da limiti istituzionali forse (in)superabili. Partiti europei che in assenza di autentica sfera pubblica sovranazionale sono perlopiù originati dall’alto come confederazioni di partiti nazionali; un Parlamento che si impegna in iniziative ispirate a logiche diverse da quelle di un organo politico-legislativo, tramutandosi in una sorta di grande inquisitore della moralità internazionale, l’assenza di una figura paragonabile ad un Presidente della Repubblica in grado di esercitare una moral suasion, minacciando se del caso lo scioglimento anticipato del Parlamento stesso. Torneremo presto ad occuparcene diffusamente e approfonditamente nei prossimi numeri. Nel frattempo auguriamo buone feste a tutti i lettori e collaboratori del nostro piccolo “laboratorio politico”. Per l’anno che verrà ci attendono sfide ancora più ardue: non possiamo farcela senza il contributo di tutti.

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