IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Gaza 7 ottobre. Mezze verità, menzogne infinite

Ha scritto Roberta De Monticelli – nella conclusione di un suo bell’articolo ospitato qualche giorno fa su Il Manifesto (L’orrore di Gaza e l’altra faccia della verità) – che un giorno, su un muro vicino a Betlemme, ha visto scritte parole che non ha più dimenticato: “Una mezza verità è la più vile di tutte le menzogne”. Il 7 ottobre 2023 e quello che sta accadendo oltre quel giorno esigono un ulteriore tragico aggiornamento del toccante e profondo grido di dolore probabilmente scolpito in un muro vicino a Betlemme da una madre, palestinese o israeliana non fa differenza: mezze verità menzogne infinite.

Al contrario di quanto accade nelle stagioni piovose (un tempo, anche di quelle siamo ormai orfani) quando funghi e tartufi si moltiplicano beneficamente senza nessuna logica apparente, nel mondo dell’orrore, in cui siamo precipitati ben prima del 7 ottobre, le mezze verità si impadroniscono maleficamente delle nostre menti; di ciò – ben poco – che ne è rimasto. Come in una fiera delle menzogne in cui ogni venditore pronuncia la sua mezza verità che mai comunica con le altre mezze verità. Un frastuono di menzogne infinite. Tante, ci vorrebbero mille delle Lame di fuoricollana.it per raccontarle. Si accontenti il nostro (im)paziente lettore delle prime due che ci vengono a mente.

La prima menzogna. Quella secondo cui Hamas ricorre all’eccidio e alla tortura più brutali di anziani e bambini, di donne e uomini di tutte le età, in nome di una buona e sacrosanta causa della lotta di liberazione. Ha scritto con la consueta nitidezza Domenico Quirico «gli ostaggi di Gaza non sono ostaggi di un movimento nazionalista o che esige l’indipendenza in base a antiche rimembranze o torti recenti, sono ostaggi della jihâd, di una guerra santa che pretende di purificare il mondo (…), non scandiscono Siria libera o Palestina libera, lodano un Dio che non rifiuta loro nulla, persino di servirsi del male. I Palestinesi laici l’Olp, che pure sconta anche corruzione e inefficienze, sono bersagli e vittime di questa guerra santa» (Abbandonati in un buco e disperati, l’angoscia di chi è nelle mani della jihad, La Stampa, 10 ottobre, 2023).

La seconda menzogna è quella di tutti i Biden dell’occidente secondo cui Israele ha il diritto di difendersi “costi quel che costi”, un “costi quel che costi” accompagnato da un tombale “punto e basta”. Di quale diritto? Di certo non di quello internazionale che dice esattamente il contrario. Così come il contrario dicono i pronunciamenti degli ultimi anni dell’Onu, della Corte internazionale di giustizia, del Comitato internazionale della Croce Rossa, sull’illegalità di un’occupazione crudele dove la potenza occupante avrebbe dovuto procedere alla protezione dei cittadini dei territori occupati e non, come ha scientificamente e irresponsabilmente fatto, alla trasformazione di Gaza “nella prigione più grande del mondo”.

Opposte e speculari menzogne frutto entrambe di mezze verità, di apodittiche pretese pronunciate fuori da qualsivoglia contesto, senza un prima e senza un presente, senza storia. Il diritto di Israele di difendersi, il diritto dei palestinesi di avere uno Stato. Ad ogni costo e senza tener conto del diritto dell’altro? No.

Un tempo c’era una espressione che metteva in forma questi opposti diritti. Il suo nome era questione israelo-palestinese. Presupponeva un aspro e drammatico conflitto, persino il ricorso alla guerra e singoli atti terroristici, ma postulava nel contempo l’esistenza di una opposta ragione con cui bisognava giungere, presto o tardi, a un compromesso. Questione israeliana e questione palestinese indissolubilmente legate da quel trattino. Questione, la parola che più di ogni altra restituisce la cosa che ci rende umani: la capacità di interrogarsi (questione: dal latino quaestio -onis, derivato. di quaerĕre, chiedere). Vado a memoria dall’Enciclopedia Treccani. Questione: situazione, caso, che costituisce un problema e che viene proposto a sé stessi e ad altri per una valutazione e soluzione.

Tutto quello che tanto nella politica interna quanto nella politica internazionale non facciamo più. Non ci sono più questioni, ma solo risposte immediate da dare alle diverse emergenze. Concretismo, la cattiva e orizzontale ideologia dei nostri giorni.  Mezze verità, menzogne infinite, ingiustificabili anche quando, come in queste ore, c’è l’urgenza dell’azione, del decidere. La fretta non salverà nessuna vita umana. Fretta chiama fretta, altro orrore.

Stampa o salva l’articolo in formato PDF

Vuoi ricevere la nostra newsletter?

Privacy *

Newsletter

Privacy *

Ultimi articoli pubblicati