IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Il Forum. Sinistra assente, non è un destino

Ne abbiamo parlato in un appassionato confronto con il costituzionalista Gaetano Azzariti, con lo storico Francesco Barbagallo, con l’economista Laura Pennacchi. Esponenti di una sinistra ancora pensante, tutt’altro che rassegnata alla “fine della storia”.

Pubblichiamo il video integrale del forum condotto da Andrea Guazzarotti e Federico Losurdo lo scorso 25 agosto, esattamente un mese prima delle elezioni politiche generali del 25 settembre. Suggeriamo ai nostri lettori di tornarci anche dopo quella data. Siamo persuasi che le domande che abbiamo posto ai nostri ospiti e, ancor più, le loro risposte contengano un patrimonio prezioso di interpretazioni, idee e proposte, da cui ricominciare. Qui di seguito il testo integrale delle tre macro-domande che avevamo fatto pervenire anticipatamente ai nostri ‘ospiti’. Buona lettura e buona visione.

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Fuoricollana. La complessità delle società post-industriali è stata gestita, specie in Italia, ricorrendo all’individualismo metodologico: all’ideale rivoluzionario si è sostituita la rivoluzione del sé; sulla sovranità popolare ha prevalso quella del risparmiatore-investitore; all’economica politica si è sostituita la microeconomia e l’aziendalismo. Il tutto, apparentemente, è stato imposto dalla crisi d’identità del rappresentato, più che della rappresentanza democratico-parlamentare. Il susseguirsi di crisi globali nell’ultimo decennio, pur avendo imposto pesanti interventi pubblici, non sembra ancora aver invertito tale paradigma. Una forza politica di sinistra, più che sulla contrapposizione tra élite e popolo, tra diritti sociali e diritti civili, non dovrebbe puntare sulla (ri)costruzione di identità consapevoli che l’emancipazione dalle forze del mercato e del conflitto inter-capitalistico mondiale può essere solo collettiva e non individuale? E che, conseguentemente, tali identità non possono che convergere sul comune elemento del lavoro, come scolpito nell’art. 1 della Costituzione italiana?

Fuoricollana. Alla fine degli anni Novanta, la ricetta economicista della competizione tra territori (integrazione monetaria europea e federalismo del nuovo Titolo V della Costituzione) sembrava essere la bandiera del centro-sinistra italiano, con pericolosa archiviazione degli imperativi della solidarietà europea e della questione meridionale. Come dovrebbe, oggi, una forza politica autenticamente di sinistra interpretare gli scenari in campo, con un’Unione europea temporaneamente convertitasi alla solidarietà (finanziamenti per il Sud del NGEU), e con la rinnovata minaccia di de-solidarizzazione insita nell’autonomia regionale differenziata di cui all’art. 116 Cost.?

Fuoricollana. La c.d. “seconda guerra fredda” innescata dalla guerra in Ucraina segna un acuirsi del disordine che caratterizza il declino del globalismo neoliberale a trazione USA. Si acuisce, parallelamente, il ricorso a “interpretazioni” che relativizzano il principio pacifista codificato tanto nell’art. 11 della Costituzione, quanto nell’ordinamento internazionale alla fine del secondo dopoguerra, al fine di piegarlo alle logiche dello scontro tra grandi potenze. In questo scenario, in cui aleggia persino il rischio di un conflitto nucleare “tattico”, cosa deve fare una sinistra consapevole del pericolo rappresentato dalla guerra per spingere l’Unione europea (e al suo interno l’Italia) a difendere un suo interesse geopolitico in linea con gli ideali del pacifismo e, come tale, autonomo dagli interessi statunitensi?

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