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cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

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IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

La lezione tedesca. Il successo annunciato di AfD

AfD è un partito di destra, di destra estrema, nazionalista, euroscettico, che però si autodefinisce liberal-conservatore e sinceramente democratico. La sua crescita, impetuosa tra i giovani, ha origine nei disastri prodotti dai governi Merkel e Scholz e la strategia di isolarla con un cordone sanitario è destinata a indebolirsi.

La scossa è arrivata dalle elezioni regionali della Turingia e della Sassonia (01 settembre 2024), seguite da quelle del Brandeburgo (22 settembre 2024). Alternative für Deutschland (AfD) si è affermato come primo partito in Turingia (32,8%), è arrivato secondo in Sassonia, con il 30,6% dei voti a poca distanza dalla CDU (31,9%) e secondo partito in Brandeburgo (29,23%), superato di poco dalla Spd (30,89%, +4,7), che, tuttavia, ha potuto arginare l’ascesa della destra solo “cannibalizzando” i voti di Cdu (12,10%) e Verdi (4,13%), suoi alleati nel governo regionale, che, insieme hanno perso più del 10%. Se AfD fosse arrivata prima in Brandeburgo, il governo federale, forse, non avrebbe retto. Così, invece, continuerà a traccheggiare per un anno. Mentre è diventato un rompicapo formare, nei tre Laender orientali in cui si è appena votato, governi stabili che, da una parte, escludano AfD, e che, dall’altra, non concedano troppo al nuovo partito di sinistra Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), che ha svuotato la Linke e che, alla sua prima prova, ha ottenuto ovunque risultati a doppia cifra, e senza il cui apporto è aritmeticamente impossibile formare maggioranze sia in Turingia che in Brandeburgo.

AfD, partito nazionalista, euroscettico e razzista

AfD è un partito di destra, di destra estrema, nazionalista, euroscettico, che batte tutti i tasti della sicurezza e dell’ordine, con una forte agitazione rivolta contro i migranti e gli stranieri, in particolare contro i rifugiati (richiedenti asilo o protezione umanitaria), che in Germania sono 3,48 milioni (a cui si aggiungono 13,9 milioni di stranieri regolari su una popolazione di 83,4 milioni di abitanti). Altro elemento che caratterizza AfD è la propaganda contro l’Islam e per la difesa di ciò che è autenticamente tedesco, fino a sostenere programmi di Remigration a sfondo razzistico (ancorché presentati come incentivi al rimpatrio volontario). AfD è contro il multiculturalismo e si batte perché la cultura tedesca sia formalmente riconosciuta come la Leitkultur (cultura-guida) della società. Ma la celebrazione del Deutschtum o il richiamo – esplicito o meno – al Völkisch (riferimento al popolo/Volk in senso etnico), con tutto ciò che evoca della tradizione tedesca culminata e degenerata nel nazionalsocialismo, pur presente, non esaurisce né rende conto della capacità di questo partito di destra di attirare consensi e di presentarsi come una forza democratica, leale verso la Costituzione, ingiustamente discriminata dai partiti tradizionali, e interessata solo a rappresentare gli interessi del popolo, che sarebbero ignorati dal governo e  dall’establishment.

Ritenere che l’AfD sia un fenomeno sostanzialmente circoscritto ai Laender della ex-Germania comunista, come spesso si dice e si sostiene, è inesatto se non fuorviante. È vero che AfD ha all’est un seguito doppio (28-30%) rispetto a quello di cui gode nei più popolosi Laender dell’Ovest (12-14%). Ma i risultati delle elezioni europee del giugno 2024, ci offrono questo quadro: AfD è risultata il secondo partito tedesco con 6.325.890 voti (15,8%, con un + 4,9% rispetto alle elezioni precedenti), dietro soltanto alla CDU-CSU (11.949.117 voti, pari al 30,00%) e prima della Spd (5.551.545 voti, pari al 13,9%, in calo di 1,9 punti) e dei Verdi (4.738.227 voti, pari a 11,9%, in calo di 8,6 punti). Dei 6 milioni e passa di voti raccolti da AfD, quasi 4 milioni e mezzo sono stati espressi nei Laender occidentali. Secondo gli analisti, AfD ha raccolto tra i giovani, ovunque, un risultato superiore alla media del partito o a quello raccolto dagli altri partiti, lasciando intravvedere una tendenza diversa da quella di una gioventù tutta orientata verso l’ambientalismo radicale (Friday for future) o verso il libertarismo individualistico (Pride di vario genere). Sono fenomeni che richiederebbero studi e approfondimenti meno occasionali. I risultati elettorali ci indicano un fenomeno assai rilevante. Tanto più che alle politiche del 2021, AfD aveva ottenuto “solo” 4.809.223 voti (10,4%, in calo di 2,2 punti) e con una partecipazione al voto del 76,4% (quasi il 12% in più rispetto alle ultime europee).

E, ora, secondo tutti i sondaggi, in vista delle elezioni federali fissate per il 28 settembre 2025, AfD è stimata sempre come secondo partito, tra un massimo del 19,5% e un minimo del 17%. Sono i sondaggi che vedono in testa la CDU-CSU (tra il 35,5 e il 31%), e il crollo dei partiti della coalizione-semaforo, che faticherebbe a raggiungere il 30% dopo avere avuto il 52% dei voti alle elezioni del 2021. La Spd sarebbe tra 14 e 16%; i Verdi tra 11 e 13%; e i Liberali a rischio quorum, tra il 4 e il 5%. Pare indiscutibile che AfD intercetti una parte rilevante del diffuso malcontento verso il cancelliere Olaf Scholz (Spd) e verso il governo di coalizione attuale (Ampelkoalition, formata da Spd, Verdi e Liberali), il più impopolare della Germania del dopoguerra. L’opposizione alla guerra in Ucraina e al costoso sostegno in armamenti e aiuti al regime di Kiev è un altro catalizzatore di consensi, così come la critica all’accelerata transizione ecologica voluta dai Grünen e agli effetti di de-industrializzazione e aumento del costo della vita che tali politiche comporterebbero.

Il fenomeno Sahra

L’unica forza politica che sembra in grado di sottrarre consensi ad AfD, intervenendo sui suoi terreni preferiti con un discorso che si colloca però sul lato opposto dello spettro politico parrebbe essere il Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW) – forza di sinistra sociale in senso tradizionale, ma euro-critica, favorevole a contrastare l’immigrazione irregolare, contro la transizione green a spese dei meno abbienti e lontana dai modelli antropologici liberal-gender -, che ha ottenuto il 6,2% dei voti alle europee (2.456.460 voti) e percentuali a due cifre in Turingia (15,8), Sassonia (11,8) e Brandeburgo (13,5). E che i sondaggi in vista delle elezioni federali, già sopramenzionati, stimano tra un massimo del 10 e un minimo del 6%.

Il successo, ancorché relativo, di forze politiche che, dai lati opposti dello spettro politico, mettono in discussione aspetti fondamentali del “consenso di sistema” (guerra in Ucraina, rapporto con la Russia, politiche europee, priorità green, immigrazione, sicurezza) non dovrebbero indurre le classi dirigenti tedesche a interrogarsi sui risultati delle scelte compiute negli ultimi quindici/venti anni e sul vuoto politico piuttosto largo che ora viene riempito proprio, e in primo luogo, da AfD?

La Germania, da egemone a minore sotto tutela

È un discorso troppo lungo per essere fatto qui, se non per brevi cenni. Ma si può  ben dire che la Germania si è trovata a passare dalla posizione di “egemone” d’Europa a quella di “minore sotto tutela” del Vecchio continente, sia per la propria incapacità di assumere il ruolo di leadership e di responsabilità a cui era stata chiamata ai tempi della crisi finanziaria e della crisi dell’euro tra il 2008 e il 2013 (a cui si sottrasse con la linea “ognun per sé”: austerità, austerità, austerità!), sia per la incapacità di difendere politicamente e in modo conseguente i propri interessi economici e geopolitici – il gas russo a buon mercato e l’interscambio con la Cina – prevenendo lo scoppio della guerra in Ucraina e mettendo in chiaro, a questo fine, i limiti della propria lealtà agli interventisti di Washington e agli atlantisti baltico-polacchi (evitando così anche le penose autocritiche che ne sono seguite da parte dei suoi massimi dirigenti politici su Putin sull’espansionismo russo). E senza dimenticare la leggera e repentina decisione della cancelliera Angela Merkel (CDU) di abbandonare il nucleare, sull’onda del disastro di Fukushima (2011) e poi di accogliere da un giorno all’altro un milione e passa di rifugiati siriani e non solo, in arrivo dai Balcani (2015), con una decisione solitaria e improvvisa, maturata sulla scia di un moto di solidarietà e di umanità che le valse molti elogi e complimenti ma che sottovalutava, come i fatti si sono poi incaricati di dimostrare, gli effetti sociali e politici, immediati e a lungo termine, di uno sforzo di tale portata.

Questo stato di cose, che si potrebbe anche definire “disastro”, è riconducibile a scelte fatte dai governi di cui Angela Merkel (CDU) fu cancelliera, l’attuale presidente della Repubblica, Frank Walter Steinmeier (SPD) fu ministro degli esteri e in cui, dopo lo scomparso Wolfgang Schaeuble (CDU), fu ministro delle finanze l’attuale cancelliere, Olaf Scholz, assecondato ora al governo dal vicecancelliere Robert Habeck (Verdi), dal ministro delle finanze, Christian Lindner (FDP), e dalla bellicosa ministra degli esteri, Annalena Baerbock (Verdi). Ora, Friedrich Merz, leader della CDU, ritenuto possibile prossimo cancelliere, prova a contenere AfD spostando a destra il partito che fu dominato dalla Merkel. A differenza di Merkel e di altri, su Russia e Ucraina, Merz non ha bisogno di fare autocritica: antagonista sconfitto dalla ex-cancelliera, rimasto lontano dalla politica attiva per un decennio (2009-19), dedicandosi agli interessi del fondo americano Black-Rock in Germania e in Europa, Merz, che fu beniamino di Schaeuble, può vantare un atlantismo a tutto tondo.

Il cordone sanitario contro AfD, fino a quando?

Tuttavia, che cosa succederà in Germania nel prossimo futuro e a medio termine, è difficile dire. Con chi governerà la CDU/CSU dopo le elezioni del prossimo anno, se le vincerà, come tutto lascia oggi pensare? È indiscutibilmente vero che lo spazio per l’opposizione di destra, e non solo, si presenti assai ampio. Emblematico l’attacco rivolto da Alice Weidel, co-capogruppo di AfD al Bundestag, durante il dibattito sul bilancio (11 settembre 24), a Scholz, bollato come “cancelliere del declino” della Germania, condito con il sarcasmo per i risultati elettorali dell’SPD, ridotto a Splitterpartei (partitino) in Turingia e Sassonia, appesantito dall’elenco delle industrie in crisi (a partire da Volkswagen) e dai durissimi attacchi al governo per le mancate espulsioni di stranieri in attesa di espatrio, in particolare dopo l’attentato di Solingen del 23 agosto scorso (tre morti, accoltellati da un giovane islamista siriano cui era stato rifiutato l’asilo e che avrebbe già dovuto essere espulso). In questo contesto, la linea del sistema dei partiti tradizionali, delle istituzioni statali e della società civile è quella di fare muro contro l’AfD (Brandmauer), di isolarla a ogni livello con un “cordone sanitario”, denunciandone al contempo l’estremismo e mettendone in dubbio la lealtà costituzionale e la democraticità.

Finora questa linea è stata rispettata sia al Bundestag che nei Landtage (Parlamenti regionali). Con l’eccezione dell’effimera elezione di un Capo del governo liberale, in Turingia, nel febbraio del 2020, con i voti sia della CDU che dell’AFD, immediatamente rintuzzata dalla Cancelliera Merkel che definì quel voto “imperdonabile” e costrinse la CDU locale a fare marcia indietro. Alla lunga, tenere questa posizione sarà più difficile. Basti pensare che AfD dispone ora di una minoranza di blocco in Brandeburgo e in Turingia, dove per la nomina di incarichi pubblici di garanzia si richiede una maggioranza dei due terzi. Dal punto di vista istituzionale, l’Ente per la difesa della Costituzione (Bundesamt für Verfassungsschutz-BfV), una specie di intelligence civile incaricata di monitorare tutte le minacce all’ordine democratico-costituzionale provenienti dall’interno, classifica formalmente AfD come un “caso sospetto” (Verdachtsfall) di “estremismo di destra”, in attesa di pronunce definitive, tra corsi e ricorsi e contro-ricorsi, da parte dei Tribunali ordinari competenti.

Appigli in tal senso non mancano. Sono piuttosto note le vicende di Biörn Höcke, leader di AfD in Turingia, condannato per avere usato slogan che rinviano a parole d’ordine del partito nazionalsocialista, ma che non esita nemmeno ad appropriarsi di parole d’ordine del movimento pacifista dei primi anni ’80, come Frieden schaffen ohne Waffen (Creare una pace senza armi); o di Maximilian Krah, escluso dalla stessa AfD, per avere dichiarato come candidato-capolista alle europee, a liste ormai  chiuse e campagna in corso, e quindi eletto, che “non tutti i membri delle SS naziste erano criminali”.  Le dichiarazioni di Krah, rese al quotidiano italiano Repubblica, sono state peraltro occasione di rottura con il Rassemblement National di Marine Le Pen e con il gruppo Identità e Democrazia (dal quale ultimo hanno poi preso forma nel nuovo Parlamento i “Patrioti per l’Europa” su iniziativa di Viktor Orban, Marine Le Pen e Matteo Salvini, mentre AfD è riuscita a costituire un altro gruppo, ancora più a destra, denominato “Europa delle Nazioni Sovrane”).

Vicende, queste, che rientrano a pieno titolo nell’analisi che il BfV fa di AfD, ritenuta contigua in gran parte al mondo dell’estrema destra, che include anche neonazisti vari, e che viene definito come un universo che si caratterizza per una concezione “etnica” del “popolo” e che quindi attribuisce agli essere umani un diverso valore a seconda della loro appartenenza, in contrasto con i valori della Costituzione che assicurano l’inviolabilità e l’uguaglianza della “dignità umana” (Menschenwürde) e una concezione civica e non etnica del popolo (più Demos che Volk) e della cittadinanza. Secondo il rapporto 2023 del BfV, presentato nel giugno scorso, oltre un terzo degli iscritti a AfD (10mila su 30mila) sarebbe portatore di concezioni ideologiche di estrema destra e il partito sarebbe permeabile a contatti e contaminazioni con la galassia estremista: ha fatto scalpore la notizia che dirigenti di AfD parteciparono a Potsdam, il 25 novembre 2023, a un incontro con gruppi estremisti, tra cui l’austriaco Martin Sellner, leader di Identitäre Bewegung Deutschland (IBD), e teorico della Remigration, per discutere di progetti di rimpatrio di massa di immigrati illegali, richiedenti asilo e altri stranieri. Da questa e altre notizie, nei mesi che precedettero le elezioni europee, prese poi forma una consistente controffensiva democratica, con manifestazioni di protesta e di denuncia di centinaia di migliaia di persone in moltissime città tedesche, fino alla richiesta di dichiarare illegale AfD.

E’ tuttavia lecito dubitare dell’efficacia di questa strategia di isolamento ed esclusione che comporta tra l’altro un complesso e interminabile contenzioso giudiziario sia dinanzi alla giustizia amministrativa ordinaria che dinanzi alla Corte costituzionale (Bundesverfassungsgericht) che devono accertare da un lato la validità delle accuse di “estremismo” presentate dal BfV, oppure, dall’altro, la “costituzionalità” di leggi che, magari con escamotage discutibili, vorrebbero escludere, per esempio, la Fondazione di partito di AfD (Desiderius Erasmus Stiftung) dal finanziamento pubblico (le Fondazioni di partito ricevono in Germania poco meno di 700 milioni di euro l’anno per attività che vanno dalla formazione politica alla diffusione dei principi e dei valori democratici, sia in Germania che all’estero). A parere di molti, tutta questa guerriglia pubblicistica e legale sulla “natura” antidemocratica del partito di destra nazionalista, non farebbe altro che favorire AfD che può così presentarsi come “vittima” di un establishment, non solo politico ma anche economico mediatico e culturale, chiuso a riccio su stesso, che esclude le novità, e che è il contrario di ciò che dice di essere: non democratico ma anti-democratico, che fa di tutto per tenere fuori dal gioco un partito democratico.

L’identità in evoluzione di AfD

Quanto all’AfD stessa, non si può certo dire che il suo profilo politico e ideologico siano chiari. I suoi esponenti si presentano sul sito di partito come “liberali e conservatori” e come “convinti democratici”. Chiedono forme di democrazia diretta, come in Svizzera, e si dichiarano rispettosi della Costituzione. Ai cittadini, si propongono come “autentica alternativa” contro tutti coloro che dicono che non ci sono alternative. Quanto alla storia tedesca, dicono di riconoscersi nelle rivoluzioni del 1848 e del 1989. Un po’ poco per capirci qualcosa, come conferma anche la scelta sorprendente di intitolare la Fondazione di partito niente di meno che a Erasmo da Rotterdam. Qualcosa di più si capisce forse dal Programma fondamentale del partito (Grundsatzprogramm): Europa delle nazioni, sovranità, sicurezza, controllo rigoroso dell’immigrazione, critica radicale della transizione ecologica, difesa della famiglia naturale e opposizione alle teorie gender… D’altra parte, il partito nacque nel 2013 per iniziativa di un gruppo di economisti che criticava l’euro e l’Unione monetaria, viste come fonte di divisione e non di unione dei popoli europei. Poi ha sviluppato una vita propria e degli inizi non è rimasto molto. Ha occupato uno spazio politico vuoto, lasciato vuoto dalla razionalità universalistica neoliberale e capitalistica, che restringe solo a sé stessa, e alle sue varie anime e correnti, lo spazio della legittimità democratica. Intanto, in questo spazio vuoto, AfD si è professionalizzata, ha preso dimestichezza con le assemblee elettive e con le campagne elettorali: l’identità di destra, nazionalista e conservatrice, è chiara, mentre restano vaghi i riferimenti storici e culturali.

Il destino incerto della Germania

Si potrebbe dire che i successi elettorali di AfD e la sua persistente tenuta, più che alla forza intrinseca del partito sia dovuta agli insuccessi dell’establishment tedesco e alla sua incapacità di pensare il mondo in modo politico, prigioniero come è di una formazione mercantilista e di una vocazione culturale volta a giuridicizzare i problemi  e a inseguire soluzioni di principio in schemi ideologico-normativi che evocano – con l’andare del tempo e con l’accumularsi degli insuccessi – insorgenze e risorgenze che forzano la griglia della democrazia protetta/guidata e del paternalismo democratico che hanno caratterizzato la Bundesrepublik Deutschland nel dopoguerra. Insorgenze e risorgenze che sollevano timori e interrogativi più che fondati sul destino del paese più importante dell’Europa occidentale.

Riferimenti/Fonti

https://wahlen.thueringen.de/datenbank/wahl1/wahl.asp?wahlart=LW&wJahr=2024&zeigeErg=Land

https://www.wahlen.sachsen.de/landtagswahl-2024-wahlergebnisse.php

https://wahlergebnisse.brandenburg.de/12/500/20240922/landtagswahl_land/ergebnisse_land_120.html

https://www.destatis.de/DE/Themen/Gesellschaft-Umwelt/Bevoelkerung/Bevoelkerungsstand/_inhalt.html

https://www.faz.net/aktuell/politik/inland/hoechststand-3-5-millionen-fluechtlinge-in-deutschland-19996580.html

https://www.bundeswahlleiterin.de/europawahlen/2024.html

https://www.wahlrecht.de/index.htm

https://www.kas.de/de/monitor-wahl-und-sozialforschung/detail/-/content/wahlanalyse-der-landtagswahl-in-sachsen-am-1-september-2024

https://www.bundestag.de/mediathek?videoid=7614870#url=L21lZGlhdGhla292ZXJsYXk/dmlkZW9pZD03NjE0ODcw&mod=mediathek

https://www.bundesverfassungsgericht.de/SharedDocs/Pressemitteilungen/DE/2022/bvg22-053.html

https://www.verfassungsschutz.de/SharedDocs/publikationen/DE/verfassungsschutzberichte/2024-06-18-verfassungsschutzbericht-2023.pdf?__blob=publicationFile&v=14

https://www.nzz.ch/international/stiftungsgesetz-im-bundestag-verabschiedet-afd-wird-wohl-dagegen-klagen-ld.1765041

https://www.afd.de/grundsatzprogramm/

 

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