[Relazione di Antonio Cantaro alla Presentazione del libro di Gaetano Azzariti, Diritto o barbarie. Il costituzionalismo moderno al bivio.
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1. Il destino di un libro, il suo successo, la sua durata nel tempo dipendono da molte cose. Il libro di Gaetano Azzariti ha il pregio di possederle praticamente tutte, a partire dall’incipit, dal suo felice carattere tranchant.
Gaetano, infatti, instaura da subito una connessione emotiva con quelli che elegge a suoi lettori privilegiati. “Questo libro, scrive nel Prologo, non parla alle anime chete, si rivolge a chi vuol cambiare il corso degli eventi, alle anime inquiete, a chi sente il disagio del tempo presente”.
È un libro che chiama immediatamente all’azione del pensiero, ad un pensiero agente. È, dunque, un’opera, assai più di un libro. E chi lo scrive è un autore prima ancora che uno specialista; anche se dello specialismo, dello specialismo giuridico, questa opera si nutre in lungo e in largo. Una sapienza accumulata in decenni che fa sì che Gaetano può essere considerato, senza tema di smentita, uno dei più eminenti e lucidi costituzionalisti italiani.
2. Ancor prima dell’incipit, l’opera di Gaetano inchioda e stupisce chi si accinge a leggerla per il suo ancor più tranchant ed evocativo, titolo. Diritto o barbarie.
Non è un titolo ad effetto, non è solo questo. Gaetano ci dirà. È, innanzitutto, almeno per come l’ho interpretato io, la rivendicazione discreta, ma inequivoca, di un immaginario potente e controverso che ha attraversato la storia del ‘900 europeo e a cui gli avvenimenti di questi anni e, ancor più, di questi drammatici mesi di guerra restituiscono pieno diritto di cittadinanza.
Un immaginario potente e controverso già all’interno del marxismo in cui esso ha a lungo circolato lungo nel secolo breve come una seconda pelle, come la certezza di un destino. Quel Socialismo o barbarie ‘ufficialmente’ usato per la prima volta in un pamphlet contro la guerra scritto in prigione nel 1915 da Rosa Luxemburg (La crisi della socialdemocrazia) e nel quale veniva perorata l’idea che l’umanità fosse posta di fronte alla scelta fra vittoria del socialismo e fine della civiltà.