IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Come sarà il dopo Putin?

L’esito del conflitto in corso sarà determinante nel dettare il timing politico della Russia di domani. Al netto di colpi di scena, la transizione ci sarà ma sarà lenta e altamente istituzionalizzata.

L’analisi di fenomeni politico-sociali attraverso idealtipi, utilizzati in contesti spazio temporali diversi, non sempre aiuta a fornire una fotografia di insieme dei processi di trasformazione di determinati realtà. La Russia di oggi non è un’eccezione.
Questo assunto vale soprattutto quando si cerca di fornire previsioni sui processi di transizione istituzionale o cd. cambi di regime politico.
Quanto segue non vuole essere un’appendice del dibattito pubblico italiano delle ultime settimane, con le conseguenti polemiche generate da azioni e contro-azioni degli schieramenti in campo, ma quanto segue vuole essere un contributo in grado di fornire una serie di ipotesi su quello che potrebbe essere lo scenario politico interno alla Russia nel prossimo futuro.

La valutazione complessiva del sistema politico russo – da una prospettiva occidentale – negli ultimi due decenni si è focalizzata solo sull’analisi biografico-psicoanalitica della leadership di Vladimir Putin, considerandola come unico fattore nel processo di decision making del Paese. A nostro avviso, questa analisi non ha tenuto conto tra le altre di almeno due fondamenti del sistema politico russo costruito in questi due decenni; il ritorno del primato della politica attraverso la creazione di un framework basato sul modello di spoiling system tra elites , (siloviki, apparatchiki e diplomatici); l’alto grado di istituzionalizzazione che il nuovo sistema ha ereditato dal periodo sovietico, incardinandone così anche il processo evolutivo dello stesso.

In questo senso, molto si è detto nel corso di questi due anni, su quali fossero i reali obiettivi della riforma costituzionale russa approvata nel luglio 2020.
Il focus dell’analisi si è spesso soffermato solo su uno dei punti di quel referendum; la possibilità per il presidente Putin di correre per altri due mandati.
A nostro avviso, oltre a ridisegnare gli equilibri, quella riforma contiene altri due pilastri che modificheranno il funzionamento istituzionale russo di domani – se questo resterà tale; il rafforzamento di una sovrastruttura burocratica, il Consiglio di Stato; il potenziamento del ruolo della Duma (camera bassa), sulle prerogative presidenziali.

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