«Avete sentito nei resoconti di questi giorni delle fucilazioni di massa, delle famiglie intere sgozzate, di malati, medici, infermieri, strappati agli ospedali e uccisi. Dei bulldozer e delle mine che fanno saltare le case per impedire il calcolo dei morti.
Sia ben chiaro che compiendo questa denuncia noi restiamo risolutamente ostili all’antisemitismo. Perché contrari ad ogni forma di odio razziale a cominciare naturalmente da quello da cui sono pervasi gli attuali governanti di Israele. E anche in questa occasione vogliamo esprimere la nostra solidarietà e ammirazione sia al partito comunista d’Israele e a tutti quegli ebrei che dentro e fuori lo Stato d’Israele si sono opposti e hanno condannato la condotta dei governanti di quel Paese.
Ma dovrebbe essere ormai evidente a tutte le persone di buona fede che un governo, come quello di Begin e di Sharon, che si comporta in questo modo, che cerca di annientare un intero popolo, che occupa militarmente un altro Paese, non agisce certo per garantire la propria sicurezza. Ma agisce per impedire che un altro popolo, quello palestinese, abbia anch’esso un suo territorio ed un suo Stato con il quale convivere pacificamente. E agisce secondo un disegno di espansione e di dominio da imporre nella zona più ampia possibile del Medioriente. Bisogna domandarsi come si sia potuti arrivare a tante atrocità e a tanta tracotanza bellicista. Troppo lunga sarebbe l’analisi di tutte le responsabilità dirette e indirette. Di quelle di coloro che hanno sostenuto l’impresa israeliana, di coloro che non hanno fatto niente per impedirla e fermarla e di coloro che non hanno fatto abbastanza.
Sta di fatto che due cose sostanzialmente emergono:
1) Israele si è valsa dell’appoggio pieno degli Stati Uniti, senza il quale non avrebbe potuto agire come ha agito. Ora anche Reagan esprime indignazione e disgusto. Ma il governo degli Stati Uniti quante volte ha avuto e non ha utilizzato la possibilità di agire verso Israele in modo tale da impedirgli di giungere al punto in cui è giunta oggi? Perché ha posto il veto alle proposte di sanzioni dell’ONU? Perché non ha bloccato l’invio di aiuti economici e di pezzi di ricambio agli armamenti forniti dagli Stati Uniti a Israele?
2) La Comunità internazionale nelle sue varie espressioni (di organizzazioni di istituzioni mondiali, Statali e anche popolari) non ha fatto niente di sostanzialmente incisivo per fermare l’aggressione e il massacro. […]
Ma ora è chiaro che le parole, anche di condanna più dura non bastano più. Né basta l’invito ad Israele votato questa volta all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, perché ritiri le sue forze armate da Beirut ovest, né può bastare l’invio di Osservatori dell’Onu. Ci vuole – abbiamo detto ieri nel comunicato della segreteria del nostro partito – un ultimatum che costringa Israele con il ricorso alle misure più energiche a cessare il massacro, l’aggressione e l’occupazione. E riaffermiamo anche la richiesta che il governo italiano interrompa le relazioni diplomatiche con lo Stato di Israele. Noi pensiamo, ce lo ha ricordato anche il messaggio del compagno Arafat, che sono in gioco anche l’onore e la parola dell’Italia».
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