Nel testo esaminiamo alcuni aspetti della politica ambientale ed energetica dell’attuale governo, per quanto riguarda in particolare la reazione ai piani di Bruxelles di lotta al cambiamento climatico da una parte, e l’adesione al cosiddetto Piano Mattei per l’Africa dall’altra; i due temi mostrano qualche legame tra di loro.
L’auto e la scadenza del 2035
Dopo aver superato a Bruxelles tutti i passaggi necessari alla sua approvazione, la proposta di normativa dell’UE, che prevedeva lo stop alla produzione e vendita di veicoli alimentati da motori termici a partire dal 2035, è stata all’ultimo momento bloccata dalle richieste tedesche a favore dei carburanti sintetici (e-fuel) e da quelle italiane a favore dei biocarburanti. Questi ultimi derivano da produzioni o scarti agricoli, da grassi animali e vegetali esausti e così via; mentre i primi sono carburanti sintetici prodotti combinando chimicamente idrogeno ed anidride carbonica.
Già il precedente governo italiano aveva tentato di combattere in qualche modo il progetto UE. Tra le motivazioni a suo tempo addotte c’era la preoccupazione per il rischio della perdita di posti di lavoro nel nostro Paese, stimata da qualcuno in 70.000 unità (la vettura elettrica richiede molto meno lavoro per essere prodotta, mentre diverse nostre imprese di componentistica fanno fatica a riconvertirsi alla nuova tecnologia). Inoltre, si obiettava che il progetto di Bruxelles non considerasse la possibilità di utilizzare carburanti alternativi come quelli bio (tema che interessa in particolare l’Eni, come si vedrà meglio più avanti); un’ulteriore accusa era quella di favorire la Cina, attualmente principale protagonista del settore dell’auto elettrica. Si chiedeva in particolare il rinvio dell’entrata in vigore del progetto al 2040 e il permesso di utilizzare comunque i biocarburanti, con l’evidente sopravvivenza dei motori termici.
Ora il governo Meloni ha ripreso la battaglia insistendo in particolare sugli stessi biocarburanti, mentre i tedeschi hanno chiesto invece via libera a quelli sintetici. Bruxelles ha, alla fine, accettato le richieste tedesche, respingendo, almeno per il momento, quelle italiane; non sembra infatti del tutto escluso un ripensamento al riguardo.