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IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

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IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

L’amico americano

la guerra si è trasformata in quella macelleria che (non) vediamo, con il rischio crescente di un drammatico salto di scala. Viene in mente il vecchio Clausewitz che giustamente ammoniva: «la guerra è un atto di forza, all’impiego della quale non esistono limiti».

Erano molti, in quel fatale febbraio 2022,  a non credere alla possibilità che la Federazione russa fosse sul punto di invadere l’Ucraina. Eppure la Cia continuava ad annunciare come imminente l’invasione. Che infatti si verificò all’alba del 24 febbraio. A sentire l’inchiesta del Newsweek, la Cia aveva solide informazioni al riguardo, essendo la sua fonte nientemeno che lo stesso Presidente Russo! Infatti, già nel novembre del 2021 e su mandato del Presidente Biden,  il capo dell’agenzia americana, William Burns, aveva concordato telefonicamente con Putin le condizioni entro le quali la guerra si sarebbe svolta: gli USA si impegnavano a non intervenire direttamente e a non cercare di provocare un cambio di regime a Mosca. La quale, a sua volta, avrebbe evitato di allargare il conflitto ad altri paesi e avrebbe agito entro linee guida non codificate, ma«ben comprese e collaudate»: una sorta di disco verde condizionato al rispetto di alcune linee rosse.

Se si esclude un editoriale di Lucio Caracciolo, l’inchiesta del settimanale americano ha suscitato poca attenzione dalle nostre parti. Si vede che da questa sponda dell’Atlantico si ritiene “normale” che la potenza americana possa negoziare lo svolgimento di una guerra di questa portata in Europa. Al riguardo bisognerebbe domandarsi se i governi Europei fossero a conoscenza del negoziato russo-americano e lo condividessero. Qualche dubbio al riguardo è legittimo, visto, ad esempio, il proposito di Mario Draghi di recarsi a Mosca nei giorni immediatamente precedenti l’attacco russo. La vicenda è, a nostro parere, grave ma non straordinaria; anzi descrive bene la natura dei rapporti trans-atlantici e lo spessore dell’autonomia – se non vogliamo parlare di sovranità – europea. Al riguardo non vale neppure la pena di nominare le istituzioni dell’UE, a cominciare dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

Secondo le dichiarazioni dei funzionari intervistati da Newsweek non dovremmo scandalizzarci né preoccuparci molto: questi accordi fanno parte del consueto modus operandi tra grandi potenze avversarie: «Mosca e Washington hanno decenni di esperienza nell’elaborare queste regole clandestine». Peccato che in questo caso le  regole riguardino una guerra europea che sta devastando, oltre all’Ucraina, l’economia del vecchio continente. Non è divertente Biden che a Vilnius  dichiari che «Gli Stati Uniti non possono prosperare senza un’Europa sicura»?

Quanto all’efficacia di tutto ciò al fine di «garantire che la guerra non vada ulteriormente fuori controllo» è lecito avere qualche dubbio. Visto che gli stessi funzionari americani ammettono che già subito dopo l’inizio della guerra la Cia e le autorità americane hanno dovuto cambiare rapidamente marcia, poiché avevano «frainteso» (sic) sia la capacità militare della Russia, sia la «resilienza ucraina». E la guerra si è così trasformata in quella macelleria che (non) vediamo, con il rischio crescente di un drammatico salto di scala. Viene in mente il vecchio Clausewitz che giustamente ammoniva: «la guerra è un atto di forza, all’impiego della quale non esistono limiti». D’altra parte il servizio di Newsweek è intitolato:« Il punto cieco della Cia sulla guerra in Ucraina». E questo punto cieco non è propriamente un dettaglio, visto che riguarda sia le intenzioni di Putin che quelle di Zelenzsky!

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