IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

L’identità storico politica dell’Europa di Carlo Galli

Pubblichiamo la registrazione della Lectio Magistralis pronunciata da Carlo Galli alla prima edizione del Festival della Costituzione, svoltosi a Nereto il 3 settembre 2022. L’Europa oggi non è un universale, è un particolare, una Provincia.

“(…) esiste una tesi filosofica molto autorevole, fatta propria da Husserl e da Bobbio, che sostiene sostanzialmente che l’Europa è l’universale cioè è la dimensione storica geografica intellettuale nella quale l’umanità ha pensato per la prima volta sé stessa come unità e universalità. Il che naturalmente è vero, ma questo non vuol dire che l’Europa sia un universale.
L’ Europa oggi è un particolare. Il sistema di saperi europei è stato esportato nel mondo, mentre il sistema di valori europei è largamente minoritario nel mondo. L’ Europa non è la cultura custode dell’umanità non è il faro dell’umanità non lo è più. Come si è detto in un libro di un sociologo e filosofo indiano, Suma Chakrabarti, l’Europa è una Provincia. L’ Europa ha prodotto nella propria storia una dimensione di universalità ma nella propria realtà una dimensione di particolarità. Ha nella propria storia una dimensione di dominio mondiale, mentre nella propria realtà attuale, nella propria struttura geopolitica, ha una dimensione di coazione.
Sotto il profilo filosofico, sotto il profilo intellettuale non vi è dubbio che l’Europa sia stata la produttrice, l’inventrice del modo stesso attraverso il quale si approccia la realtà da un punto di vista intellettuale. L’invenzione dell’Europa avviene con il mito platonico della Caverna, cioè quando si dice che esiste una realtà che sembra la realtà vera e invece è una realtà spuria fasulla. Esistono coloro che quella realtà vera conoscono che sono i filosofi i quali con fatica si libereranno dalla realtà apparente, raggiungono la realtà vera e non si fermano alla contemplazione ma scendono dalle altezze delle idee e ridiscendono nel mondo per svegliare i dormienti per insegnare a tutti che il mondo è migliore di quello che sembra. Qui si mette in moto il meccanismo fondamentale del pensiero europeo cioè la distinzione fra apparenza ed essenza e soprattutto l’idea che l’apparenza deve essere elaborata alla luce di una idea di ragione deve essere sconvolta, deve essere ricostruita alla luce di una idea di ragione. Questo è scritto nel cristianesimo, è scritto nello sviluppo secolarizzato del cristianesimo, cioè l’Illuminismo, è scritto nel razionalismo moderno. Quella europea è l’unica cultura così aggressivamente spinta alla trasformazione del mondo in chiave certamente utilitaristica, evidentemente utilitaristica, ma di un utilitarismo che descrive se stesso come spiritualismo.
Questo è qualche cosa che ha portato a concentrare la potenza delle società europee sul lavoro sulla tecnica e sull’ individuo, cioè sui punti sui quali si appoggiano le leve e con le quali trasformiamo il mondo. Il mondo lo sanno trasformare anche altre culture, altre civiltà, ma soltanto l’Europa sente di avere questa missione di continua trasformazione di continua elaborazione.
C’era una vecchia battuta: non è un caso che siamo stati Noi a scoprire il nuovo mondo, non il nuovo mondo a scoprire Noi. Siamo Noi che siamo inquieti, per motivi assolutamente pratici e pragmatici, cioè si tratta di ottenere il dominio e tuttavia riusciamo a dare a questa volontà di dominio e al nutrire questa volontà di dominio di una volontà di continuo superamento di noi stessi. Cioè il passaggio dalla metafisica alla tecnica era già scritto nel mito della Caverna che è il vero mito fondativo dell’Europa (…)”.
Questo è un breve estratto della lectio Magistralis che potete ascoltare e vedere interamente a questo link

Stampa o salva l’articolo in Pdf

Newsletter

Privacy *

Ultimi articoli pubblicati