Siamo lieti di pubblicare i passaggi essenziali, semplici stralci, contenuti nel volume di De Simone, dedicato a entrambi. Al filo che li lega nel Novecento e oltre il Novecento. Ma anche a ciò – non è poco – che li separa. E, tuttavia, anche Pasolini avrebbe certamente condiviso la volponiana affermazione (contenuta nella quarta di copertina) che oggi «non ci sono più personaggi perché nessuno agisce come tale, nessuno ha un proprio copione. L’unico personaggio, è banale dirlo, è il potere». Una convinzione chiaramente fatta propria dall’autore di Romanzo occidentale. Un’opera che, fuori dalla ritualità, arricchisce le numerose e autorevoli celebrazioni di Paolo Volponi che quest’anno si svolgeranno a Urbino, e non solo. Ringraziamo vivamente Antonio De Simone per l’autorizzazione concessa al nostro web magazine. [A. C.]
Antropologie “italiane”
«(…) Due biografie, due vicende umane e storico-culturali, politiche. Due filosofie dell’esistenza. Due cammini di pensiero e di vita. Due opere fondamentali del nostro patrimonio poetico, letterario, narrativo, saggistico, filmico, critico, politico. Due personaggi di grande rilievo anche “filosofico” e “sociologico”. Due antropologie, due originali sensibilità umane, due nostri “altri contemporanei”. Due italiani che hanno vissuto, pensato, scritto, diretto, interpretato, criticato il Novecento e che si protendono oltre il Novecento, nel nostro duemila. Due grandi personaggi che hanno dato corpo e colore alla nostra contemporaneità (…)».
Nel mondo del capitale
«(…) Corpi, oggetti, persone. Paesaggio, ambiente, territorio. Nel mondo del capitale, dell’industria, del denaro, delle cupiditates, della reificazione, della città e della metropoli, del digitale. Nell’inquietudine del vivere tra contingenza, necessità e insecuritas, nella carne dell’io e del sociale, tra humanitas e animalitas, tra pathos e dignitas, tra vita, politica, potere, istituzioni, sovranità e logiche del dominio. Nella condizione naturale umana tra passato, presente e futuro. Nel destino umano».
Sodalizi intellettuali
«(…) perché Volponi, perché Pasolini? (…) Volponi e Pasolini: sodalizi intellettuali, biografie: personaggi e pensieri dell’io, forme letterarie, testi, ideologie, visioni dell’uomo, condizioni antropologiche, storia letteraria come storia della coscienza (…). Manifestazioni della coscienza umana, del sentimento umano dell’esistenza (…). Narrazioni, terza persona e fiction. Finte autobiografie dei personaggi immaginari, novel, esperienza vissuta, privata, autobiografia fittizia, racconto retrospettivo, vita interiore, romanzo epistolare, parola bivoca, controcanti dell’io, tempi della narrazione e identità dell’io, monologhi autonomi, pensieri del personaggio, pensiero e dialogo (…)».
L’uomo della fine dell’uomo
«(…). Volponi, Il pianeta irritabile. Si diceva prima. Scenari apocalittici, primordiali e futuro post-apocalittico, allegorie fantascientifiche, mondo post-nucleare. Viaggi di ricerca, processi di animalizzazione, “l’uomo della fine dell’uomo”, allegorie simboli, “bazar contemporaneo” (industri, azienda, lavoro, produzione, tecnica, risorse, morfologia del potere, tecnocrazia, burocrazia), dizionario capitalistico e finanziario, programmazione (…)».
Volponi “politico”
«(…) Dominio umano e civiltà umana. Utopie e distopie. Ontologie dell’umano, destino del pianeta. Fine e continuazione del mondo. Le mosche del capitale (1989). Volponi: il modernismo italiano, il lavoro, la Fiat e gli Agnelli, la democrazia e la cultura industriale, il mondo del capitale, neocapitalismo, reificazione, morfologie del potere, metamorfosi e disincanto del mondo. Volponi politico. Volponi tra memoria e innovazione. L’ultimo Volponi. Volponi e Urbino: la città natale, la lingua moderna e la condizione umane. Cartografie dell’essere, letteratura e vita (…)».
Suggestioni postumanistiche
«(…) Volponi, l’umano e l’animale. Apocalissi e cosmogonie, oltre l’umano. Antropologia e letteratura. La natura, la tecnica, il tempo: la storia e la vita quotidiana nell’epoca del post-umano. La critica contemporanea si sta cimentando su questo plesso problematico (…)».