Il primo e il secondo conflitto mondiale hanno segnato la fine del gold standard e del predominio dell’economia finanziarizzata a trazione britannica, ossia del capitalismo laissez-faire e del suo contraltare istituzionale, lo stato liberale monoclasse. L’insostenibile divario reddituale e le diseguaglianze sociali estreme figlie di quel paradigma furono livellate dall’inaudita distruzione di ricchezza che si produsse per effetto del conflitto (Piketty), dando vita a una nuova fase del capitalismo, più compatibile con la democrazia parlamentare: Keynes e Kelsen furono gli ispiratori di questo felice, ma transitorio connubio. Il conflitto inter-capitalistico (guerra tra stati europei), innescato dalla crisi dell’egemonia britannica attorno cui ruotava la globalizzazione economica dell’epoca, era pienamente legittimato dal diritto internazionale e da quello costituzionale (ius ad bellum). Tra le due guerre (Società delle Nazioni e Patto Briand-Kellogg) e nell’immediato secondo dopoguerra si affermò, con l’ONU, la messa al bando della guerra e, dunque, del conflitto inter-capitalistico. Gli stati ad economia capitalistica dovevano smettere di esternalizzare i propri problemi redistributivi interni attraverso guerre di stampo coloniale (Kalecki). Parallelamente, il conflitto intra-capitalistico (tra capitale e lavoro) subiva una fondamentale metamorfosi: dopo essere stato a lungo ostracizzato nello stato liberale monoclasse, fino all’estremo della sua criminalizzazione nei regimi nazi-fascisti o autoritari, esso veniva rilegittimato proprio in quelle stesse costituzioni che contenevano, per la prima volta, il divieto della guerra d’aggressione. La redistribuzione della ricchezza avrebbe dovuto avvenire per vie pacifiche, all’interno di ciascuna economia statale capitalistica, con la facilitazione delle istituzioni di Bretton Woods, non più per le vie dell’economia di guerra e dell’annessione militare di nuovi mercati. La legittimazione della guerra e la delegittimazione del conflitto sociale viaggiano assieme e si invertono simmetricamente: una legge di tendenza del costituzionalismo?
