web magazine di
cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

web magazine di cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

Andrea Guazzarotti

Il mondo piccolo di Valditara e i referendum sulla cittadinanza

Un Ministro “reazionario”, un Papa “rivoluzionario”. Da una parte la Scuola di Valditara, un progetto provinciale e senza futuro, dall’altra il Papa venuto dall’altro mondo. E poi i referendum del prossimo giugno su lavoro e cittadinanza.

L’irresponsabile egemonia

La pulsione mercantilista tedesca, lungi dall’aver trovato contrappesi nell’UE, vi ha rinvenuto l’occultamento deresponsabilizzante della propria egemonia. L’integrazione economica esterna spinta all’estremo e ignara dei rischi geopolitici ha prodotto una disintegrazione interna, sociale, regionale e ora anche politica.

Debito e democrazia. Una critica al vincolo esterno

Pubblichiamo un estratto dell’ultimo lavoro di Andrea Guazzarotti. Alla sostenibilità del debito e alla responsabilizzazione delle politiche di bilancio, il vincolo europeo antepone il risparmio privato e attribuisce alla Commissione un potere di indirizzo politico di dubbia legittimazione.

Von der Leyen bis, il vuoto della politica

L’esito delle elezioni europee e i negoziati del Consiglio europeo si sono tradotti nella riconferma della Presidente della Commissione uscente, la cui promessa di erigere un cordone sanitario contro la montata delle forze anti-UE appare un surrogato sempre più logoro di visioni politiche autentiche.

Il Wall Street Consensus sbarca in Eurolandia

Oggi il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Patto di stabilità (e crescita?) destinato, dopo la sospensione del vecchio Patto durante la pandemia, a vincolare i futuri piani di bilancio degli Stati dell’UE. Dopo lunghe negoziazioni, il nuovo Patto riproduce la stessa logica ispirata all’austerity e alla diffidenza di Germania e ‘frugali’ per gli investimenti pubblici a debito.

La materialità dei diritti sul banco del Jobs Act

Il Jobs Act ha segnato l’apice della contro-rivoluzione del diritto del lavoro in Italia. Sentenza dopo sentenza, giudici e Corte costituzionale ne hanno corretto le derive più neoliberali, senza poterne mutare l’anima.

L’Unione europea tra Federazione e Impero

Continuare a perseguire l’ideale di un’“Unione sempre più stretta” senza dare un chiaro verso a tale moto produce il perpetuarsi dell’equilibrio tra Stati membri e Unione fondato sulla soppressione di ogni discorso attorno alla sovranità popolare.

UE ed Africa: dal colonialismo al boomerang della sicurezza

La Comunità europea contiene i semi del neo-colonialismo. L’Ue ha esteso il paradigma neoliberale al continente africano, condizionando i finanziamenti a riforme strutturali e rispetto dei diritti umani: quegli stessi diritti sacrificati sull’altare dell’esternalizzazione delle politiche migratorie.

Polonia e Ungheria alla fine dell’irenismo neoliberale

Cosa c’è dietro il mancato radicamento in Polonia e Ungheria dei valori del costituzionalismo democratico? Il genio maligno della geopolitica nazionalista sta uscendo dalla lampada del neoliberismo, smentendone il suo presunto irenismo. In esclusiva l’introduzione all’ultimo libro di Andrea Guazzarotti (in libreria dal 1° settembre per Franco Angeli)

Meloni in Europa: o dell’arte di “risciacquare i panni in Arno”

Al di là della retorica, la Meloni e il suo partito hanno notevolmente mutato la loro postura sovranista riguardo all’UE. Il bilancio fin qui è tra continuità e discontinuità rispetto al governo Draghi. Nel frattempo, le alleanze nel Parlamento europeo profilano un ruolo cruciale degli esponenti di Fratelli d’Italia.

Cos’è la pace?

Pubblichiamo la conferenza tenutasi a Barcellona il 14 marzo scorso nell’ambito della rassegna “Dialoghi di Pedralbes. Pensare la pace, pensare la guerra”, in cui Andrea Guazzarotti risponde alle domande del filosofo morale Daniel Gamper e del giornalista Antoni Bassas.

La pace tra messianismo e funzionalismo dell’UE

La pace evocata da Draghi e quella di Mattarella hanno un senso profondamente diverso: possono occultare o disvelare l’esigenza di scegliere se fiancheggiare o contrastare l’unipolarismo statunitense al tramonto

L’UE salva i suoi valori o si autoassolve dai suoi errori?

Alla fine della seconda guerra mondiale, quando gli USA, assieme con le altre potenze occidentali vittoriose, dovevano decidere che fare della Germania, il generale statunitense Lucius Clay affermò che «Non vi è scelta fra l’essere comunisti con 1.500 calorie giornaliere e il credere nella democrazia con un migliaio». E fu così che, abbandonato l’originario approccio punitivo del piano Morgenthau, iniziò la ricostruzione post-bellica in Europa occidentale.

C’eravamo tanto amati? Il fallimento dell’accordo del secolo Cina-UE

La sigla dell’accordo globale sugli investimenti esteri tra Cina e UE è giunta dopo 7 anni di negoziati: lo stallo attuale è frutto dell’irrigidimento di entrambe sulla questione dei diritti umani in Cina e segnala un parallelo conflitto identitario interno. La guerra in Ucraina e la rielezione di Xi ha ulteriormente allontanato il miraggio di un’intesa pragmatica, riallineando l’UE agli USA

Voto italiano, UE e sistema (a)politico multilivello

In Italia, ma già alle parlamentari francesi di pochi mesi fa, prosegue il calo della partecipazione al voto. I più penalizzati sono i partiti di centro-sinistra, specie il partito più di tutti e da più lungo tempo schierato a favore della tecnocrazia europea.

Più flat-tax per tutti!, o dell’uguaglianza dei ricchi

Ennesima proposta di flat-tax da parte del capo della Lega, Salvini: versione, riveduta e corretta, dell’ideale neoliberale che rappresenta i lavoratori come capitalisti, ossia che li modella sull’idealtipo del “nuovo” rentier, del soggetto titolare di beni e asset finanziari produttivi di rendita. È un messaggio insidioso, perché capace di ammantarsi di quel tanto di egualitarismo da farlo sembrare “popolare”, sfruttando abilmente l’ormai consolidata diffidenza di molti lavoratori verso l’intervento dello Stato.

Draghi, ieri oggi domani

Proprio nel luglio 2012 il Draghi del whatever it takes ammonì i mercati (cioè gli speculatori) che se non avessero cambiato registro, lui li avrebbe rimessi in riga con i potenti mezzi della BCE. Anche se molti lo ritennero un bluff ben congegnato, i mercati (cioè gli speculatori) preferirono non andare a vedere le carte dell’autorevole banchiere centrale. Con i riottosi partiti italiani, Draghi ha usato un tono similmente minaccioso, ma quelli (i riottosi partiti) non hanno creduto al bluff e hanno voluto andare a vedere. Anche perché la speculazione sul mercato della politica italiana dell’unico partito rimasto all’opposizione stava facendo crescere troppo lo spread tra gli alleati del centro-destra.

Le due Europe dei diritti dinanzi alla Russia di Putin

L’illusione di fare entrare nel mondo post-moderno dei diritti umani i cittadini dell’Europa orientale si è infranta contro la profondità della storia abilmente trasfigurata da Putin e superficialmente ignorata dalle élite europee occidentali, sulla scia di quelle statunitensi.

Ma veramente l’Europa è tornata?

È assai difficile rispondere. Quello che, però, sembra sicuramente cambiato è lo spirito di fondo dell’impresa europea.