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cultura politica e costituzionale

IDEATO E DIRETTO
DA ANTONIO CANTARO
E FEDERICO LOSURDO

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IDEATO E DIRETTO DA ANTONIO CANTARO E FEDERICO LOSURDO

La posta in gioco

Il vento dell’odio e l’Europa, che fare?

Una interruzione sine die della politica e del diritto. Le parole usate come proiettili. E i proiettili come parole. Hamas Netanyahu, Netanyahu Hamas. Guerra d’odio alla massima potenza. L’ideologia unionista non è un antidoto. È necessaria un’Europa autonoma, neutrale, mediterranea

Sionismo e colonialismo. Una riflessione non polemica

Tutto ciò che è accaduto e accadrà tra Israele, palestinesi, arabi e musulmani è colpa nostra. Anche gli israeliani hanno colpe e anche gli arabi, i musulmani e gli Usa. Ma a cominciare siamo stati noi europei. Se non lo riconosciamo, ogni cosa che diciamo è menzogna.

L’Unione, una Babele di voci

Un’Europa assente, senza una politica autonoma rispetto alla retorica delle democrazie sotto attacco. C’è solo una alternativa alla via “breve” dello scontro di civiltà: la comprensione delle ragioni dell’Altro, ma per questo serve la paziente costruzione di identità collettive europee.

L’Europa di fronte alle sue Afriche

Parlare di Africa ed Europa senza parlare di migrazioni è impossibile, perché la mobilità delle persone si intreccia con le diseguaglianze economiche, le guerre, l’ambiente e il controllo sulle materie prime, il principale strumento con il quale si perpetua il controllo autoritario dello stato in Africa.

UE ed Africa: dal colonialismo al boomerang della sicurezza

La Comunità europea contiene i semi del neo-colonialismo. L’Ue ha esteso il paradigma neoliberale al continente africano, condizionando i finanziamenti a riforme strutturali e rispetto dei diritti umani: quegli stessi diritti sacrificati sull’altare dell’esternalizzazione delle politiche migratorie.

I BRICS, la grande convergenza e “noi” europei

La globalizzazione neoliberista, dopo avere rafforzato il dominio planetario dei paesi occidentali, è divenuta la chiave di volta per una “grande convergenza” dei paesi in via di sviluppo. L’Unione europea dovrebbe ergersi a mediatrice tra le ragioni dell’occidente e quelle dei Brics. Irresponsabilmente non lo fa.

Cesarismi e État-Providence

Tra evoluzioni e involuzioni, sino all’incoronazione di un leaderismo, liberista e tecnocratico, corrosivo d’ogni sistema di protezione welfarista. Un immane rancore sociale tramuta in distopia la realtà quotidiana. La Francia ora ne è vittima. L’intera Europa rischia di affacciarsi su questi baratri.

“Guerre civili” nella Francia di Macron

il Governo francese ha ignorato le ragioni della rabbia delle banlieue e affermato che la violenza non contiene alcun messaggio. Il pugno di ferro è frutto del mancato incontro con le speranze suscitate al momento della sua prima elezione. Intanto l’opinione pubblica sembra virare a destra.

Spagna, tiempo comprado

C’era il rischio che il ciclo aperto con il voto del 15 maggio segnasse un ritorno all’epoca precostituzionale. Un brivido ha scosso l’anima della sinistra spagnola, ma pesa l’incognita sulla tenuta della coalizione progressista. L’Europa, la grande assente della campagna elettorale. E ora?

Syriza, una disfatta annunciata?

La sconfitta alle ultime elezioni si aggiunge alla serie di inequivocabili fallimenti politici e elettorali delle altre sinistre europee. La vittoria della destra rispecchia l’egemonia del metodo di governo neoliberale, unito ad un virtuoso pragmatismo politico ed economico.

Spagna, è tutto perduto per le sinistre?

Contrariamente ad una idea diffusa, il PSOE ha subito un’usura relativa e il PP non cresce in modo spettacolare. La coalizione attorno a Sumar è ancora un mosaico di interessi motivato dalla logica della sopravvivenza. Sulla sconfitta della coalizione pesa anche una deriva identitaria.

Reagire, ma come

La “sinistra ufficiale”, ma non solo essa, è “fuori fase”, ovunque. Come dimostrano il voto amministrativo in Italia e in Spagna. E prima, lo sconfortante voto in Grecia e negli Stati scandinavi, mentre le rilevazioni di voto in Germania danno Afd al 20%, alla pari della Spd.

L’ipocrisia della legalità internazionale

La guerra in Ucraina sta esasperando l’ipocrisia della legalità internazionale manifestatasi al termine della guerra fredda con la caduta dell’URSS. L’Europa è diventato lo spazio periferico dove è .possibile fare caccia grossa?

La de-dollarizzazione dell’economia globale

L’uso del dollaro come arma contro la Russia ha indotto molti paesi a concepire un’alternativa all’egemonia statunitense. Il ridimensionamento della moneta USA rappresenta un colpo decisivo allo status imperiale degli Stati Uniti?

Crisi politica dell’Europa e “deoccidentalizzazione”

La guerra sta svelando il volto di un’Unione europea con l’elmetto della Nato, una presenza senza voce, emarginata e subalterna. Un’Europa che si appresta a inaugurare una politica di austerità militare per conto degli Stati Uniti.

Poesia dell’interesse nazionale, prosa dello Stato “ruffiano”

Tra la retorica dell’interesse nazionale e le scelte dell’esecutivo c’è di mezzo il mare. Ma la ‘colpa’ non è del mare. È il nazional-conservatorismo, bellezza! Prima le opposizioni lo capiscono e prima la denuncia dello scarto tra “poesia” e “prosa” sarà credibile.

“Anti-antifascismo”, per riscrivere il futuro

Il progetto delle destre continua a essere il passaggio dalla democrazia progressiva alla democrazia conservativa. Un disegno che si inquadra in un’interpretazione subalterna dell’atlantismo e in una declinazione miope dell’interesse nazionale

Autonomia differenziata, calcolo politico e prova d’amore

L’autonomia differenziata è un progetto che la Meloni si deve far piacere. Ma è anche altro. È una “prova d’amore” per i poteri economici del Nord, una sorta di modello neocorporativo 2.0. In questo il capo delle destre sta davvero seguendo le orme di Mussolini. Però non basta dire no. È necessaria una vera e propria contro narrazione.

A che punto è la notte

Giovedì 23 marzo alla Fondazione Basso, a partire dalle ore 17, l’attesa presentazione del denso libro di Isidoro Davide Mortellaro “A che punto è la notte? La vita e i tempi del terzo millennio” (Molfetta, edizione la meridiana, 2002). Pubblichiamo alcuni cruciali e attualissimi stralci della parte centrale del volume. L’Occidente, l’Europa, Putin. Pagine da leggere tutte d’un fiato.

Chi ha spento le luci della pace?

L’orologio della guerra è un libro meditato. La responsabilità della guerra in atto grava su chi l’ha iniziata, ma anche su chi non l’ha saputa prevenire. Il libro semmai parla poco dell’Ucraina, una nazione che sta vivendo adesso il suo mito fondativo. Quale che sia l’esito del conflitto, una sconfitta per Putin.

Le conseguenze sociali dell’economia di guerra in Europa

Il realismo politico offre utili chiavi di lettura all’economia politica internazionale, mai come oggi messa a repentaglio dall’escalation in Ucraina. L’UE e l’Italia rischiano di essere i vasi di coccio nell’inaudita crisi economica che si profila

La proposta, un’Agenzia europea del debito

L’agenzia europea del debito ha il compito di gestire per conto degli stati membri l’accesso al mercato, filtrando, grazie alla sua credibilità, il rischio di fiammate irrazionali: il massimo di federalismo e di collaborazione interstatale che ci si può permettere a trattati vigenti.

Nuove regole fiscali europee, c’è di che preoccuparsi

La revisione del Patto di stabilità proposta dalla Commissione, sancendo esplicitamente il modello di governance delle riforme strutturali in cambio di flessibilità, non può non preoccupare chi guarda con timore allo svuotamento del ruolo della politica nazionale.

Anticipazione/ I russi, i russi gli americani

Chi ha spento le luci della pace è il vecchio mondo di oggi, la Russia e gli Stati Uniti. L’Europa complice e vittima, allo stesso tempo. In esclusiva, per i lettori del nostro “laboratorio politico”, i passaggi essenziali dell’introduzione ad un volume di prossima pubblicazione nei primi mesi dell’anno che verrà.

America corrotta, pianeta infetto

Al centro dell’analisi di Caracciolo c’è l’effetto destabilizzante dell’Antimpero americano e del suo alter-ego: l’Antieuropa. Ma per comprendere questa situazione sono sufficienti le spiegazioni di ordine etico e psicologico? O la dismisura è in realtà un portato necessario dei processi di globalizzazione?

Storia e guerra al galoppo

Scartabellato e letto tutto d’un fiato, il volumetto “La pace è finita” solleva tanti, troppi interrogativi. Colpisce l’assenza assoluta di alcuni termini: computer, televisione, informazione, internet. Ma anche spazio, petrolio, DNA, religione. Di quale mondo parla la geopolitica di Lucio Caracciolo?

Maastricht. Dalla fine della storia all’economia di guerra

L’ordine costituzionale di Maastricht, edificato nell’orizzonte della “fine della storia” e del trionfo della globalizzazione neoliberale, appare oggi disarmato di fronte alla strisciante de-globalizzazione e all’emergere di una nuova forma di economia di guerra.

C’eravamo tanto amati? Il fallimento dell’accordo del secolo Cina-UE

La sigla dell’accordo globale sugli investimenti esteri tra Cina e UE è giunta dopo 7 anni di negoziati: lo stallo attuale è frutto dell’irrigidimento di entrambe sulla questione dei diritti umani in Cina e segnala un parallelo conflitto identitario interno. La guerra in Ucraina e la rielezione di Xi ha ulteriormente allontanato il miraggio di un’intesa pragmatica, riallineando l’UE agli USA

Non solo (de)globalizzazione (II)

Ci siamo ripetutamente occupati delle conseguenze della guerra. Queste ulteriori considerazioni integrano il quadro. Non solo (de)globalizzazione, ma anche deindustrializzazione in Europa e riorientamento, protagonisti l’Arabia Saudita e i paesi del Golfo, dei flussi energetici.